Terapia riabilitativa dopo artroprotesi d'anca
Prima di iniziare il trattamento è necessario conoscere:
- il tipo di protesi che è stata impiantata (cementata o non cementata)
- il materiale della protesi (acciaio, ceramica, resina etc.)
- eventuali complicanze sopraggiunte dopo l'intervento
- tipo di accesso chirurgico poiché in base a questo potrebbero essere stati sezionati determinati muscoli.
Approccio chirurgico
L'approccio chirurgico influenza la stabilità post-operatoria della protesi d'anca e le limitazioni funzionali del paziente nella prima fase della riabilitazione.
• Approccio postero-laterale. È l'approccio più frequentemente usato; l'accesso articolare è tra i muscoli grande e medio gluteo. In questo modo si preserva l'integrità di questi muscoli e del vasto laterale. La capsula viene incisa posteriormente e i muscoli extrarotatori sono rilasciati in preparazione alla lussazione dell'anca. Non è necessaria l'osteotomia trocanterica. Il principale svantaggio di questo approccio è che è associato alla più alta incidenza di instabilità articolare post-operatoria, ed alla sublussazione e lussazione d'anca.
• Approccio laterale. Richiede uno scollamento fino a metà dell'inserzione prossimale del medio gluteo e vasto laterale. Potrebbe essere accompagnata da un'osteotomia trocanterica. L'impossibilità dell'abduzione è associata a debolezza muscolare post-operatoria e ad anomalie del passo (segno di Trendelenburg positivo).
• Approccio antero-laterale. Oggi è più spesso riservato all'artroplastica di revisione che richiede una complessa ricostruzione. È anche indicato in pazienti con squilibri muscolari secondari a ictus o a paralisi cerebrale in cui la postura eretta è caratterizzata da flessione e intrarotazione dell'anca. Per cui i pazienti con questa postura sono ad alto rischio con un approccio postero-laterale. L'approccio antero-laterale comporta però la disinserzione e la successiva ricostruzione del muscolo medio gluteo o un osteotomia del grande trocantere per un adeguata esposizione dell'articolazione. Sono coinvolti, oltre al medio gluteo, anche il piccolo gluteo, il tensore della fascia lata, ileopsoas, retto femorale e vasto laterale insieme alla capsula anteriore.
Gli obbiettivi del trattamento sono:
• Conservare i risultati ottenuti nella sala operatoria: evitare la lussazione dell'impianto
• Prevenire i rischi da allettamento
• Istruire il paziente ad effettuare i trasferimenti
• Ripristino del rom articolare senza dolore
• Rinforzo della muscolatura dell'anca
• Ripristinare la corretta deambulazione
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Dettagli appunto:
- Autore: Stefania Corrai
- Università: Università degli Studi di Sassari
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Fisioterapia
- Esame: Malattie apparato locomotore
- Docente: Tranquilli Leali
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