L'artrosi dell'anca
L'artrosi dell'anca è caratterizzata da una perdita progressiva della cartilagine articolare con uno spazio articolare ridotto e doloroso. La perdita di materiale osseo avviene di solito lentamente, mentre nella necrosi avascolare può avvenire molto rapidamente.
I sintomi principali sono:
• dolore localizzato in sede inguinale, alla regione anteriore della coscia o in sede glutea che recede a riposo e compare nell'esecuzione dei movimenti;
• atteggiamento in flessione, adduzione e rotazione esterna dell'arto;
• impotenza funzionale;
• ipotonia e ipotrofia muscolare;
• deambulazione con zoppia di fuga;
• dolore ininterrotto e limitazione subtotale dell'articolarità (solo negli stadi più avanzati).
Nel quadro radiografico si potrà notare la presenza di:
• alterazioni cartilaginee
• restringimento della rima articolare
• osteofiti marginali
• osteosclerosi subcondrale
• cavità pseudocistiche o geodi
• alterazioni della membrana sinoviale e della capsula.
Nei casi in cui sia possibile effettuare una terapia conservativa ci si pone come obbiettivi: il controllo del dolore, il recupero, se possibile, della normale escursione articolare, rinforzo muscolare e mantenimento di una buona autonomia del paziente.
È utile, soprattutto nei pazienti anziani e con problematiche dell'equilibrio, proporre l'utilizzo di un bastone (questo va tenuto nella mano opposta all'arto interessato, il suo utilizzo aiuta a scaricare l'anca in modo significativo modificando la direzione delle forze che vi agiscono. Senza il bastone le forze risultanti sull'articolazione sono circa tre volte il peso corporeo, perché la forza degli abduttori agisce sul grande trocantere per controbilanciare il peso corporeo e mantenere il bacino allineato al momento dell'appoggio monopodalico)
- controllo del dolore: FANS, analgesici, crioterapia (nella fase acuta dell'infiammazione), applicazione del calore (nella fase cronica dell'infiammazione), trazioni manuali
- massaggio (utile non solo in preparazione della mobilizzazione ma anche per sciogliere le contratture muscolari)
- stretching muscolare (adduttori, flessori dell'anca, gastrocnemio, ischiocrurali)
- mobilizzazione attiva-assistita e attiva dell'arto inferiore
- esercizi di rinforzo muscolare:
• in posizione supina: facendo tenere al paziente l'arto interessato disteso sul lettino e il controlaterale flesso per ridurre le sollecitazioni sul rachide lombare si chiede di ruotare la gamba estesa prima all'interno poi all'esterno
• dalla stessa posizione: chiedere di sollevare l'arto teso verso l'alto e riportarlo lentamente alla posizione di partenza
• in decubito laterale: tenere una gamba estesa sul lettino e la controlaterale con il ginocchio flesso al di sopra; si chiede di portare l'arto flesso verso il tronco
• in decubito laterale con una gamba flessa a contatto col lettino e l'altra tesa al di sopra si chiede di portare l'arto teso in avanti, indietro e in alto (rispettivamente: rinforzo muscolare per i flessori dell'anca; grande gluteo e ischio-crurali; medio gluteo)
• in stazione eretta appoggiandosi ad una sedia portare l'arto all'indietro e verso l'esterno (rinforzo m.grande gluteo e m.medio gluteo)
- idrocinesiterapia per un rinforzo muscolare agevolato dall'assenza di carico sull'arto
- esercizi di deambulazione indicando la corretta postura al paziente
- esercizi di salita e discesa di un gradino
- esercizi propriocettivi (es. bilancie per il controllo dei trasferimenti del carico e tavole bi-multidirezionali, esercizi in appoggio monopodalico)
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Dettagli appunto:
- Autore: Stefania Corrai
- Università: Università degli Studi di Sassari
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Fisioterapia
- Esame: Malattie apparato locomotore
- Docente: Tranquilli Leali
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