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La gestione delle scorte


Se da un lato le scorte (in particolare per le imprese industriali) sono indispensabili, al mantenimento delle stesse è direttamente collegato il sostenimento di costi, la creazione di un fabbisogno finanziario e l’assunzione di rischi.
Dal punto di vista strettamente finanziario, l’investimento in scorte è determinato dall’entità dei costi per l’approvvigionamento delle materie prime o per la produzione dei beni, e dal tempo di giacenza di tali elementi.
Gestire le scorte significa soddisfare 2 esigenze:
Tempestiva ed efficace alimentazione dei processi produttivi (no interruzioni) e dei processi commerciali (consegna ai clienti)  ->  tendenza ad espandere investimento in scorte
Non compromettere l’equilibrio economico e finanziario della gestione + limitata capienza dei magazzini; deperibilità dei materiali e obsolescenza dei prodotti  ->  tendenza a comprimere l’entità delle scorte che provocano il drenaggio di mezzi finanziari e determinano il sostenimento di oneri.
Classificazioni delle scorte.
Collocazione dei materiali lungo il processo produttivo:
Scorte di materie prime e di materiali di consumo
Scorte di prodotto in corso di lavorazione (work in process)
Scorte di prodotti finiti
Funzioni svolte dalle scorte nell’ambito della gestione ( ->  analisi delle motivazioni):
Scorte di routine  ->  correlate alle mutevoli dinamiche del processo produttivo-distributivo (tempi di attesa)
Scorte di sicurezza  ->  (correlate al “grado di rischio di mancanza”) per neutralizzare gli errori di previsione (generati dalla dinamica ambientale e da un errato utilizzo degli strumenti di previsione), che riguardano in particolar modo: la domanda, i tempi di consegna dei fornitori, il lead time dei prodotti (cioè il tempo di attraversamento dell’azienda prima che i prodotti siano consegnati ai clienti).
Scorte speculative  ->  opportunità di effettuare investimenti di natura speculativa, ricavabili dalla dinamica de prezzi previsti futuri.

I provvedimenti per ridurre il fabbisogno in scorte attengono tipicamente alla gestione operativa e in particolare alla logistica (= gestione del flusso dei “materiali”). Il contenimento delle scorte passa tipicamente attraverso la riduzione dei “tempi di attesa” che caratterizzano il flusso dei materiali dalla fase di approvvigionamento alla fase di consegna al cliente.
I modelli di comportamento logistico prevalenti nella realtà aziendale (strumenti di ottimizzazione): sono volti alla determinazione del c.d. lotto economico di acquisto o di produzione (EOQ, Economic Order Quantity), da cui deriva l’entità delle scorte. Con riferimento agli acquisti, il lotto economico è quella quantità che rende minima la somma dei costi di approvvigionamento (dall’emissione dell’ordine di acquisto fino al ricevimento della merce in magazzino) e di conservazione (mantenimento dei materiali in magazzino).
Di recente si sono diffusi metodi e tecniche (di matrice giapponese) tese non tanto ad “ottimizzare” l’entità delle scorte, ma ad “azzerarle”, partendo dal presupposto che le scorte sono spesso espressione di attività e tempi di attesa inutili e quindi uno spreco. (JIT)

Tratto da FINANZA D'IMPRESA di Alessia Chiovaro
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