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Rischio di un portafoglio


Lo scarto quadratico medio del portafoglio  è minore della semplice media degli scarti quadratici medi dei  titoli componenti  ->  La diversificazione riduce il rischio migliorando per l’investitore il rapporto tra rischio e rendimento (in realtà la diversificazione aumenta il rischio ma in misura inferiore rispetto all’incremento nelle aspettative di rendimento). La ragione va ricercata nel fatto che i rendimenti dei titoli non hanno andamenti perfettamente concordi (i prezzi delle azioni sono imperfettamente correlati: quando alcuni titoli salgono, altri scendono o salgono in misura minore). Caso limite: perfetta correlazione negativa  ->  annulla completamente il rischio di portafoglio. 
Nella realtà la riduzione, dapprima molto accentuata, si attenua fortemente al crescere del n° dei titoli in portafoglio, fino ad annullarsi quando il portafoglio raggiunge certe dimensioni, superate le quali lo scarto quadratico medio si attesta su livelli non ulteriormente comprimibili.
La realtà infatti è fatta di titoli che, pur non avendo un andamento perfettamente concorde si muovono in qualche misura all’”unisono”; questa tendenza riflette una sensibilità comune che le aziende manifestano nei confronti delle dinamiche macroeconomiche. (dunque un portafoglio ottimamente diversificato non può eliminare completamente il rischio)
Partendo dal presupposto che gli investitori sono avversi al rischio:
la remunerazione minima che un’impresa deve garantire ai portatori di capitale azionario deve prevedere solo la maggiorazione per il rischio sistematico, dato che il rischio specifico può venire da essi eliminato detenendo un portafoglio accuratamente diversificato.
Ciò che interessa dunque nel valutare il rendimento di un titolo è misurare, calcolare il solo rischio sistematico associato, perché solo questo contribuisce al rischio del portafoglio.

Tratto da FINANZA D'IMPRESA di Alessia Chiovaro
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