Gli egoisti
1917-1919 stesura
1923 pubblicazione postuma
Dopo aver sperperato il patrimonio paterno, Dario Gavinai lascia la città di provincia nella quale vive presso una zia e si trasferisce a Roma, inseguendo improbabili sogni di successo come musicista.
Dario non sa fare niente e trascina le proprie giornate tra sensi di colpa, arida disperazione, miseria ed egoismo. Solo il raggio dell’amore, nelle ultime pagine, sembra illuminare una vita grigia e inutile.
Scritto tra il 1917 e il 1919 e pubblicato postumo nel 1923, quest’opera si inserisce a pieno titolo tra i romanzi maggiori di Tozzi: Dario p il tipico “inetto”, fratello di Pietro di Con gli occhi chiusi e di Remigio de Il podere. La campagna senese viene però sostituita da Roma che, con le sue strade, le sue piazze e i suoi monumenti, fa da espressionistico sfondo all’intera vicenda.
Dario, 30 anni, dopo essersi fatto mantenere da una zia a Pistoia, decide di trasferirsi a Roma per cercare successo e notorietà come musicista. Rifiuta raccomandazioni e amicizie importanti ne l campo e l’unico spiraglio di luce che c’è nella sua triste esistenza lo porta Albertina, la sua fidanzata.
Quando però la ragazza, che si sente insoddisfatta della propria esistenza, si rende conto di non essere felice, decide di tornare a casa dalla sua famiglia ma non avverte Dario, che resterà solo con le sue angosce, senza sapere come rasserenarsi, con l’unico desiderio di tornare a Pistoia.
Ultima scena: Albertina si accorge di amare Dario e torna a Roma; “e alla fine, guardandosi negli occhi (=presa di coscienza, consapevolezza), capirono che si amavano davvero per la prima volta”.
Analisi del testo:
Egoismo= vivere per se stessi e per i propri sentimenti istintivi giustificati da occasioni caparbie
Inetto= non sapeva fare niente, non aveva imparato a fare niente
Digressioni sulla vita dei suoi “amici” di Roma= brevi cenni alla vita e dove si sono conosciuti
Flash back primo incontro Dario Albertina e nascita loro amore
Uso continuo similitudini
Immagini significative:
-Chiude gli occhi per non farsi guardare= si sente inadeguato e si vergogna di parlare
-Aveva gli occhi pieni di lacrime= non aveva la forza di amare Albertina, voleva solo dare fuoco alla sua camera
-Ira irragionevole: si sentiva pieno di morte e di odio, di tristezza angosciosa, disagio acre, crudeltà spaventevole
-Bisogno di veder morire tutte le cose insieme a lui
-Rammarico doloroso= voleva uccidere
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Dettagli appunto:
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Autore:
Daria Contrada
[Visita la sua tesi: "L'omosessualità nella cultura dell'Ottocento"]
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- Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Rosalma Salina Borello
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