Il podere
Il podere
1918 stesura (dopo aver letto Verga)
protagonista= vittima, no portatore roba
1921 pubblicazione postuma
Il nuovo romanzo, indovinato e subito attuato dall’autore, guarda la psicologia da un versante notturno, in una zona che non rilascia spiegazioni mondane, non ammette i problemi che si possono risolvere con riga e compasso, la zona che più esattamente si chiama psiche.
In questa, per ora, il colpo di dadi non abolisce il caso.
“Nel 1900, Remigio Selmi aveva 20 anni; ed era aiuto applicato alla stazione di Campiglia. Da parecchio tempo stava in discordia con il padre…”. Il romanzo comincia con la morte del padre e Remigio si trova a doversi occupare dell’eredità: il podere appunto. Ma la figura del padre continua a incombere, e Remigio si rivela incapace di inserirsi nella società, un inetto vittima degli altri.
Remigio si trova a dover affrontare una situazione difficile, com’è l’eredità del podere, tra i debiti da colmare; la figura del padre che raffiora sempre come modello utilizzato per mostrare l’inadeguatezza del ragazzo; e la diffidenza degli assalariati (i contadini che lavorano al podere), Luigia (la sua matrigna) e la perfida Giulia (amante del sig. Giacomo Selmi, suo padre).
E così uno alla volta, a cominciare proprio da Giulia, iniziano a fare causa a Remigio, troppo ingenuo per accorgersi di ciò che stava accadendo. Ognuno sostiene di dovere dei soldi dal povero Giacomo e non essendoci testimoni veritieri, aumentano giorno dopo giorni i richiedenti; addirittura l’avvocato stesso di Remigio inizia ad approfittarsi della situazione facendogli firmare due cambiali e portandolo ad ipotecare la Casuccia.
Resa dei conti: il podere viene incendiato, Remigio perde le cause dall’avvocato e in un momento di debolezza, colto da un raptus, Berto lo uccide con un’accetta.
Analisi del testo
-Remigio “sentiva un’inquietudine vaga e piena di amarezza”= preso da un malessere sempre più vivo, poteva morire e nessuno l’avrebbe rimpianto
-Occhi chiusi= tema della morte
Esempi dal testo:
Giacomo con gli occhi chiusi non si accorge della presenza del figlio
Giacomo morente stava sul letto con gli occhi chiusi
Il vitello teneva gli occhi chiusi e non dava segni di vita (nasce morto)
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Dettagli appunto:
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Autore:
Daria Contrada
[Visita la sua tesi: "L'omosessualità nella cultura dell'Ottocento"]
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- Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Rosalma Salina Borello
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