Gli strumenti delle politiche tariffarie
La costruzione delle tariffe in funzione delle resposnsabilità di costi dei servizi rappresenta il principale pilastro del processo di riforma tariffaria che si sta progressivamente realizzando nel settore dei pubblici servizi in Italia e in Europa (Regolamento CEE ’92).
La determinazione del prezzo dei servizi sulla bvase dei costi non è agevole, sia per l’estrema varietà delle prestazioni, sia per la difficoltà di stabilire il risultato economico di un servizio.
Tuttavia, in genere il prezzo dei servizi è accostabile più al loro valore (determinato dal cliente e in certa misura dalla concorrenza) che al loro costo.
Secondo Langlois e Tocker addirittura (1992) “la determinazione del prezzo non deve essere basata sul costo ma sul valore del servizio (valore-utilità)”. [tariffe basate sul valore, soprattutto nella privatizzazione]
Chi attribuisce il valore-utilità? L’utente, e quindi, il suo grado di soddisfacimento.
Il parametro di riferimento che mi fa aumentare la tariffa è la customer satisfaction.
Dovremmo essere in grado di riuscire a valutare questa utilità ma non è facile perché è molto soggettiva
La variabilità della tariffa in realtà può oscillare tra un punto di minimo definito dalla contabilizzazione dei costi e il punto di max (che è il valore utilità che i clienti attribuiscono al servizio)
E’ importante nel definire oggi i sistemi tariffari in regime di libera concorrenza.
Tariffe basate sui costi. Questo principio presuppone l’applicazione del criterio secondo il quale l’impresa scarica sul consumatore interamente i costi che essa ha sostenuto per servirlo, eventualmente differenziando i prezzi laddove i consumatori generano volumi costo diversi. Il principio di determinare i prezzi basandosi sui costi, benché sia chiaro nella sua enunciazione, non sempre trova agevole applicazione sul piano concreto, stante le molteplici configurazioni di cotsi e le difficoltà spesso rilevanti della loro determinazione. (presenza di costi comuni, fenomeni di congiunzione tecnica nella produzione, necessità di ricorrere a stime). Le differenti configurazioni di costo a cui si fa riferimento riguardano: il contenuto (costi pieni, diretti, medi, marginali); il tempo (costi storici, attuali e futuri); le funzioni (costi di recupero, costi di ricostruzioni); la consuntività (costi consuntivi, costi standard). Nel passato nel settore dei servizi pubblici è stato frequentemente usato il criterio del costo marginale (di breve o lungo periodo); ma per assicurare l’integrale copertura dei costi le imprese dovrebbero basarsi sui costi medi tuttavia questo criterio consente di assicurare solo un equilibrio economico nel breve termine. I costi in base ai quali determinare i prezzi di vendita dovrebbero pertanto considerare quote di ricostruzione, ampliamento e innovazione della struttura produttiva. Infine è conveniente prendere a base i costi attuali o prospettici (e non storici) per prendere in considerazione decisioni riguardanti il presente e futuro dell’azienda.
Tariffe basate sul valore-utilità. In quetso caso, l’impresa cerca di valutare il valore d’uso che l’utente attribuisce al servizio. L’impresa così tende a incamerare il differenziale esistente tra valore d’uso e il costo (rendita del consumatore) se il primo è superiore al secondo. Nelle imprese di servizi pubblici, il “prezzo/valore” può essere sia inferiore che superiore al costo, ma in riferimento a segmenti di utenti diversi, con obiettivi di cross-subsidation.
Gli strumenti impiegati dalle imprese di pubblici servizi per conseguire gli obiettivi delle politiche tariffarie e i criteri (sui costi, sul valore) posti a base della definizione dei prezzi, sono rappresentati dalla struttura delle tariffe.
La struttura delle tariffe riguarda il n° e il comportamento degli elementi (o delle parti) che compongono il prezzo, nonché le modalità con cui, al variare di certe condizioni di impiego e di utilizzo, tali elementi influiscono sulla determinazione del prezzo complessivo a carico dell’utente. La ricerca di una struttura tariffaria basata sui costi dovrebbe essere quella che è in grado di rispecchiare specularmente ciascuna delle componenti di costi che l’impresa sostiene per allestire il servizio.
Fondamentalmente sono i 3 tipi di tariffe; ciascuno corrisponde ad una differente configurazione e struttura di costi di produzione del pubblici servizi:
a) tariffe a forfait. Comporta per l’utente il pagamento di un importo predeterminato più o meno indipendentemente dalla quantità di servizi prelevati e utilizzati. Tale tariffa è stata utilmente applicata da imprese caratterizzate da elevatissimi costi fissi e costi variabili inesistenti o molto modesti. (es: servizi postali – non commisurati alla lunghezza dei percorsi; dei servizi di trasporto con gli abbonamenti, e i canoni radio-televisivi).
b) Tariffe a contatore, a viaggio o a tempo. Il prezzo pagato dall’utente varia al variare del consumo (in maniera proporzionale o non) e solitamente è applicata in caso di attività di produzione caratterizzata da assoluta o larga prevalenza di costi variabili. (es. trasporti passeggeri e merci e settore telefonico –mobile- e settore autostradale.
c) Tariffe a più parti (binomia, trinomia) in cui le componenti del prezzo sono in parte fisse (collegate all’impegno di potenza o di capacità) e quindi indipendenti dal consumo, e in parte variabili e commisurate quindi all’entità del consumo. (può essere prezzo unico per tutti i prelievi i prezzo diverso in ragione della classe o scaglione del prelievo del servizio). (es: settore servizi elettrici, telefonici. Gas, acqua, nettezza urbana.
Le Autority indipendenti giocano un ruolo importante sulle tariffe. Ogni anno ciascuna impresa comunica all’Autorità di riferimento le opzioni tariffarie base che intende offrire nell’anno successivo, autocertificando la compatibilità con il rispetto di alcuni vincoli individuati dall’Autorità del settore.
L’ìattività di controllo inoltre si esercita anche attraverso compiti di tutela diretta degli utenti per verificare eventuali difformità dalle norme vigenti e imponendo rettifiche alle tariffe (o conguagli a favore degli utenti).
Le autorità, da un lato vigiliano affinché non si applichino prezzi troppo bassi in determinati segmenti di mercato (ostacolando in tal modo l’entrata o la permanenza dei concorrenti) dall’latro che nom si aumentino le tariffe nei segmenti di mercato in cui si opera in condizioni di limitata competitività, così da penalizzare gli utenti. Le autorità vigilano affinché l’offerta di servizi non sia rivolta solo ad alcune categorie di consumatori, e per evitare che le effettive o potenziali inefficienze dell’operatore non riacdano impropriamente sugli utilizzatori dei servizi. Un efficace ribilanciamento, nell’ambito di un mercato aperto alla concorrenza, porta “naturalmente” i prezzi a scendere verso i rispettivi costi.
Per esercitare nel migliore dei modi la sua funzione di monitoraggio, le Autorità hanno il potere di richiedere informazioni sui costi e compiere ispezioni contabili. Attraverso l’unbundling le Autorità impongono la separazione contabile e amministrazione al fine di una corretta e veritiera definizione dei costi dei differenti servizi e delle differenti fasi del servizio. La separazione risponde agli obiettivi di rendere trasparenti e omogenei i bilanci dei soggetti giuridici operanti nei settori regolati.
Infine le Autorità auspicano che le condizioni di offerta consentano di conseguire condizioni di equilibrio con la domanda, in modo che in consumatori paghino prezzi commisurati agli effettivi servizi richiesti. Pur essendo nate nell’ambito dle diritto amministrativo, il compito delle Autorità è quello di creare le condizioni per la propria cessazione dopo aver favorito una piena ed efficace concorrenza.
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