Il servizio in “economia”
Il servizio in “economia” (che è una forma di gestione che sopravvive dal vecchio ordinamento, Legge Giolitti) consiste nella gestione diretta di un servizio nell’ambito della struttura amministrativa dell’Ente locale. Proprio perché rappresenta una forma “residuale” (attualmente in via di esaurimento), viene considerata utile solo quando lo suggeriscono le modeste dimensioni dell’attività o le caratteristiche del servizio (quindi quando non sia opportuno dare luogo alla costituzione di un’istituzione o un’azienda speciale). Nella gestione in economia manca qualsiasi autonomia; il servizio è affidato a un organismo burocratico del comune e il suo esercizio rientra nella normale amministrazione comunale, con cui di fatto viene a confondersi. La gestione e amministrazione del servizio è affidata di solito a uno specifico assessorato. Il completo inserimento della gestione del servizio nell’amministrazione comunale, tuttavia, rappresenta sovente un ostacolo al buon andamento del servizio: l’estrema lentezza ad operare, la scarsa agilità e flessibilità gestionale si ripercuotono sui risultati sia in termini di economicità ed efficienza, sia talvolta in termini di qualità del servizio.
Abbiamo osservato che il collegamento delle imprese di servizi pubblici e un dato bacino territoriale costituisce per l’impresa un ostacolo allo sviluppo dimensionale (anche se garantisce un’area di riserva monopolistica); proprio in ordine a questo problema il legislatore detta la disciplina applicabile ai casi in cui sia opportuno e conveniente che l’espletamento del servizio venga svolto in modo coordinato (convenzioni) o associato (consorzi) da più comuni o province.
La convenzione può essere stipulata tra comuni e province al fine di svolgere “in modo coordinato funzioni e servizi determinanti” per specifici servizi e non per generiche attività. Con la convezione (strumento particolarmente flessibile) un ente locale affida ad un altro ente locale l’esercizio del servizio sul proprio territorio.
Lo strumento dei consorzi infine viene utilizzato per la gestione associata di uno o più servizi. I sogetti che aderiscono al consorzio gestiscono congiuntamente un servizio pubblico di interesse comune per ciascun consorziato dando luogo a una nuova distinta entità. Le gestioni consortili costituiscono spesso la soluzione adottata (da enti locali limitrofi) per l’accorpamento sotto un’unica direzione strategica ed operativa di aziende di servizi preesistenti, al fine di realizzare un maggior coordinamento delle attività, nonché attingere ad economie di scala a livelli più elevati. (infatti i settori in cui sono presenti in misura maggiore i consorzi è quello relativo ai trasporti pubblici collettivi, i servizi di acquedotto e distribuzione del gas).
Continua a leggere:
- Successivo: Classificazione generalistica
- Precedente: Il settore dei servizi pubblici in Italia
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Una proposta di bilancio consolidato per la governance finanziaria del gruppo pubblico locale: il caso del Comune di Rovigo
- La riforma dei servizi pubblici locali
- Regolazione e partecipazione pubblica nella gestione del servizio idrico italiano: un confronto con il modello inglese
- Il riparto di competenze in materia di tutela e gestione delle risorse idriche
- L'esternalizzazione del servizio pubblico locale - Gli effetti delle scelte sui bilanci pubblici e le valutazione dei risultati
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.