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L’IDENTITA’ COME QUALITA’ RELAZIONALE E TEMPORALE DEL SE’


Secondo la prospettiva di Erikson [1968] l’identità è un’articolazione di componenti individuali e collettive, di quanto è personale e di quanto deriva da una cultura condivisa. Egli definisce identità dell’Io come la consapevolezza che c’è coerenza e continuità del proprio significato, per sé e per gli altri, grazie alla funzione sintetizzante dell’Ego. Secondo l’autore l’acquisizione dell’identità costituisce il risultato di uno dei “conflitti vitali” che ritmano il ciclo di vita dalla nascita alla vecchiaia.
Secondo Marcia esistono quattro stati dell’identità:
1) si giunge allo stato di acquisizione dell’identità attraverso un processo di esplorazione regolato dalla capacità di sintesi dell’Ego.

2) Ci si incaglia invece in uno stato di blocco dell’identità quando non si è portata avanti l’esplorazione necessaria per formare una identità originale.

3) Analogamente lo stato di diffusione dell’identità e quello di moratoria indicano la mancanza di un impegno preciso verso la realtà. I soggetti che raggiungono sia lo stato di acquisizione dell’identità sia quello di blocco dell’identità hanno tutti assunto impegni in rapporto a precisi ruoli sociali. L’identità di un individuo è ciò che fa si che egli si senta lo stesso nello spazio e nel tempo, l’unità del Sé e la sua permanenza sono i due componenti essenziali dell’identità. Tajfel [1981] definisce l’identità sociale come quella parte dell’immagine di sé di un individuo che deriva dalla sua consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale, unita al valore e al significato emotivo attribuito a tale appartenenza. Il modello di Codol- Tajfel presenta una concezione costruttivista dell’identità che si fonda sulla percezione di sé come oggetto unico e distinto fra gli altri oggetti del mondo fisico e sociale; il tale prospettiva il sentimento di identità corrisponde ad una qualità relazionale e temporale della rappresentazione di sé. Il sentimento di identità è l’esperienza che l’attore sociale vive circa la continuità nel tempo e nello spazio del proprio Sé, la propria possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli avvenimenti.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Carla Callioni
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