IL CONTESTO RELAZIONALE: L’ALLEANZA CONOSCITIVA
È essenzialmente dialettica e uno dei compiti più importanti dello psicodiagnosta è quello di creare un’atmosfera nella quale il paziente si senta libero di parlare, infatti un errore comune è quello di assumere un atteggiamento di astinenza, silenzio e passività eccessivi.
Affinché il processo psicodiagnostico si sviluppi è necessario un setting che lo contenga: set> si riferisce agli aspetti formali della situazione, ovvero di tutte quelle condizioni materiali necessarie affinché la relazione si verifichi.
Setting: area transazionale che consente ai soggetti della relazione di pensare i fenomeni e i sintomi, di guardare e dare significato ad essi e di creare nuove e possibili connessioni. Un aspetto caratterizzante riguarda la specifica posizione emotiva sia dello psicodiagnosta che del paziente.
Spazio della diagnosi: il vissuto intimo dello psicologo.
Tempo della diagnosi: il tempo psicologico e il ritmo che lo caratterizza.
È importante che il setting sia stabile, ma non rigido. La flessibilità e l’elasticità delle regole e la disposizione mentale dello psicologo sono fondamentali perché si crei e si mantenga uno spazio potenziale che favorisca la conoscenza. Infine, lo psicodiagnosta dovrebbe ascoltare il soggetto con la mente libera da schemi ripetitivi e stereotipati. Per lo svolgimento del processo diagnostico sono fondamentali:
1) L’instaurarsi di una particolare alleanza di lavoro:
la durata del processo diagnostico è variabile, non definibile a priori ed è relativamente breve. Proprio per questo il diagnosta si impegnerà in un compito delicato, ovvero di dosare e ritmare i movimenti oscillatori tra la distanza e la vicinanza, la capacità di immedesimarsi e la capacità di valutare.
Un buon uso della distanza è elemento essenziale soprattutto per il setting diagnostico, dal momento che rappresenta uno spazio dalla durata e dagli obiettivi specifici. Questa distanza deve consentire di accedere al senso dell’esperienza del soggetto. Infine, da ricordare che la qualità della relazione che il paziente instaura con lo p.diagnosta è determinata dalla gravità e dal tipo di patologia.
2) Varietà di strumenti di cui dispone lo psicodiagnosta:
sarà indispensabile l’integrazione dei dati provenienti dai colloqui, anamnesi, esame delle condizioni mentali, test psicologici, esami fisici e neurologici. Le peculiarità di ognuno di essi verranno trattate man mano che si approfondiranno i vari aspetti della psicodiagnosi.
Continua a leggere:
- Successivo: ASCOLTO E OSSERVAZIONE
- Precedente: PSICOPATOLOGIA E PSICODIAGNOSTICA
Dettagli appunto:
-
Autore:
Carla Callioni
[Visita la sua tesi: "Vita di uno stupratore tra abusi e rieducazione"]
- Università: Università degli Studi di Bergamo
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Autore del libro: Grazia Maria Scafidi
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2006
Altri appunti correlati:
- Colloquio magistrale. La narrazione generativa
- La selezione del personale
- Psicometria
- Antropologia culturale (l'esperienza e l'interpretazione) di Ugo Fabietti
- La diagnosi in psicologia clinica
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Ricerca e selezione del personale
- La selezione del personale nelle imprese metalmeccaniche, analizzando il caso specifico della Idroelettrica s.p.a
- L'inserimento della teatralita' nel colloquio clinico
- Il counseling come valore aggiunto per l'assistente sociale
- Difficoltà d'apprendimento: il caso Gianni
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.