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DIAGNOSI DESCRITTIVA E DIAGNOSI COMPRENSIVA


La psichiatria descrittiva suddivide gli individui per categorie a seconda dei comuni aspetti fenomenologici e comportamentali; elabora liste di sintomi per classificare i paziente; considera l’esperienza soggettiva di minore importanza rispetto ai sintomi. Dunque l’interesse riguarda a come il paziente sia simile rispetto ad altri paziente, quindi si va a prospettare un trattamento progettato razionalmente in base ai sintomi e non alle caratteristiche individuali del paziente.
1. Fissità ed istantaneità nell’inquadramento del paziente all’interno di una certa categoria
2. Causalità nella spiegazione della patologia psichica e riferimento ad un’ipotetica verità mentale

Diagnosi comprensiva: orientata psicodinamicamente, e tesa a comprendere il paziente nella sua unicità. Si cercherà di ri-conoscere i sintomi, i quadri psicopatologici e i meccanismi di difesa sul piano clinico, cioè viverli nella relazione con quel determinato paziente. Stern: lo strumento attraverso il quale il clinico acquista la conoscenza di un individuo deriva dal senso del Sé narrativo.
Tutto quello che il soggetto dice, il modo in cui costruisce la sua storia non è altro che una proiezione del suo mondo psichico, dunque compito del diagnosta è ri-costruire il percorso dei vissuti che hanno condotto il soggetto allo stato attuale e risalire ai moventi che hanno determinato la realtà particolare che ha di fronte.

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