Comunicazione come informazione, comunicazione come relazione
Le varie definizioni fin qui riassunte lasciano intravedere delle linee portanti secondo cui è possibile tracciare due macroparadigmi che, accorpando tratti comuni, distinguoono la comunicazione in informazionale e relazionale. La comunicazione informazionale prevede un processo unidirezionale rivolto sostanzialmente alla trasmissione o trasferimento di un quantum informativo verso un soggetto destinatario della comunicazione (A parla a B, A trasferisce un’informazione a B). Nella comunicazione relazionale i due soggetti sono entrambi coinvolti nella costruzione di un prodotto comune, frutto di un contratto intersoggettivo, identificabile con un discorso o una conversazione. Da queste riflessioni si traggono le opposizioni a pagina 63.
1) Per quanto concerne la modalità comunicativa, nella dinamica dell’informazione sussiste una forma monologica, in cui non si prevede contemporaneità di interazione, mentre nella dinamica relazionale il dialogismo porta ad implicare aspetti propri alla conversazione, che restituiscono al discorso concreto e reale, fatto di allusioni, rimandi, ambiguità, la funzione naturale di comunicare anche sentimenti perosnali e sociali;
2) Il rapporto tra elementi in gioco nello scambio, prevede nel primo paradigma una connessione di tipo morfologico tra messaggio e canale: ciò che conta non è la qualità del contenuto ma la sola qualità delle trasmissione che dovrà essere agevole e non inficiata da disturbi del canale;
3) Il ruolo del ricevente è passivo nel primo caso perché il carattere monologico confina il carattere della reciprocità solo alla possibile alternanza dei ruoli, laddove il contesto della “conversazione reale” impegna entrambi i soggetti in senso attivo e produttivo;
4) Se per elaborare il messaggio informativo è, dunque, sufficiente la condivisione dello stesso codice, nel messaggio relazionale sarà necessario aggiungere un intervento ermeneutico, ovvero interpretativo, dato che il senso dovrà essere ricercato, oltre che nel codice, nella rete contestuale ed extracontestuale che il ricevente dovrà a sua volta attivare per risalire al secondo comune. Riassumendo, rispetto al modello informazionale, quello relazionale è caratterizzato da fattori di intersoggettiva: i soggetti sono legati da una sorta di “contratto” di comunicazione che rende il significato non il risultato di un sistema fromale-astratto ma l’effetto di un sistema sociale, legato al contesto psico-sociale condiviso. Bange definisce intercomprensione la costruzione di ipotesi che attore e coattore mettono in atto reciprocamente, l’uno anticipando un lavoro d’inferenza, l’altro attuandolo a partire da dati percettivi, condizioni ambientali e attesa. È in questo gioco di coordinazione reciproca che si costituisce il senso.
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Dettagli appunto:
- Autore: Niccolò Gramigni
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Corso: Teorie della Comunicazione
- Esame: Linguistica e Semiotica
- Docente: Prof. Marchese
- Titolo del libro: Semiotica e Comunicazione
- Autore del libro: Anna Cicalese
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2004
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