Articoli 10-12: la forma sostanziale
In un mondo meccanicistico, come quello cartesiano, la natura del corpo consiste essenzialmente nell’estensione. Qualsiasi corpo è res extensa, fatta eccezione per l’essere umano che è anche res cogitans. Ma, secondo Leibniz, in qualsiasi corpo, non solo in quello umano, è opportuno riconoscervi anche una “forma sostanziale”, una sorta di principio spirituale che orienta la materia bruta verso un fine, sebbene il riconoscimento di una tale forma non cambi nulla nello studio dei fenomeni: grazie alla forma sostanziale si può giudicare del perché accada un determinato fenomeno, ma, nello studio del fenomeno, un fisico dà di esso una spiegazione meccanica, esponendo i nessi causali tra determinati eventi sulla base di esperienza già fatte; non gli è necessario ricorrere alla operazione divina o a qualche anima per spiegare lo svolgersi di questi fenomeni.
Le anime e le forme sostanziali degli altri corpi sono ben diverse dalle anime intelligenti: queste sole sono consapevoli della giustizia o ingiustizia delle proprie azioni, e conservano anche sempre il fondamento della conoscenza di ciò che esse sono: ciò le rende, esse sole, suscettibili di castigo e di ricompensa.
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Storia della filosofia
- Docente: Gabriele Perrotti
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