Articolo 15: rapporto tra sostanze, virtù della sostanza
È pur vero che le percezioni o espressioni di tutte le sostanze si corrispondono tra loro in guisa che ciascuna, seguendo con attenzione certe ragioni o leggi precedentemente osservate, viene a trovarsi d’accordo con l’altro, che fa altrettanto: come accade quando parecchie persone hanno convenuto di trovarsi insieme in qualche luogo a una certa data prefissata, e possono effettivamente farlo, se vogliono.
Sebbene tutte le sostanze individuali esprimano gli stessi fenomeni, ciò non significa che le loro espressioni o percezioni siano perfettamente simili. Esse sono proporzionali: più spettatori credono di vedere la stessa cosa, e si intendono effettivamente tra loro, nonostante che ciascuno veda e parli secondo la misura della propria vista. Solo Dio (da cui tutti gli individui emanano di continuo, e che vede l’universo non soltanto come essi lo vedono, ma ancora ben diversamente che tutti gli individui insieme) è causa di tale corrispondenza di fenomeni.
Il rapporto tra le monadi, dunque, si fonda su Dio. Tuttavia, non tutte le monadi hanno lo stesso grado di espressione: ogni sostanza esprime più perfettamente alcuni fenomeni invece di altri in quanto nella sua nozione sono iscritte interazioni con altre monadi che ne incrementano o decrementano l’espressione vitale: «in questo modo, dunque, si può concepire che le sostanze si impediscano o si limitino reciprocamente» e in questo senso si può dire «che ‘agiscono’ l’una sull’altra e sono costrette, per dir così, ad accordarsi tra loro». La virtù di ogni sostanza è di bene esprimere la gloria di Dio. «Ogni cosa, quando esercita la sua virtù o potenza, ossia quando agisce, muta in meglio, e si estende nella misura in cui agisce: quando perciò avviene un mutamento che interessa più sostanze (e, in realtà, ogni mutamento le tocca tutte), credo che si possa dire che quella che per esso passa immediatamente a un grado superiore di perfezione, o a un’espressione più perfetta, esercita la sua potenza e agisce; e quella che passa a un grado inferiore, manifesta la sua debolezza e patisce. […]. […] tuttavia può accadere che un vantaggio presente sia distrutto da un male maggiore in seguito». La maggiore o minore perfezione delle sostanze individuali è perfettamente gestita da Dio che, nella scelta del migliore mondo possibile, ha portato all’esistenza il mondo in cui si riscontrava il migliore equilibrio tra le forze in campo.
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Storia della filosofia
- Docente: Gabriele Perrotti
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