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La risoluzione n. 687. La demarcazione della frontiera tra l’Iraq e il Kuwait


La contestazione dei confini con il Kuwait era stata uno dei motivi addotti dall’Iraq a giustificazione della propria iniziativa militare in quanto esisteva al riguardo una controversia tra i due stati.
La risoluzione n. 687, in proposito, stabilisce quanto segue:
Il Consiglio di sicurezza,
A)
- esige che l’Iraq e il Kuwait rispettino l’inviolabilità del confine internazionale e l’attribuzione delle isole risultanti dall’accordo tra lo Stato del Kuwait e la Repubblica dell’Iraq concernente il ristabilimento di relazioni amichevoli, il riconoscimento e questioni connesse, sottoscritto dai due paesi a Bagdad nel 1963
- decide di garantire l’inviolabilità del predetto confine internazionale e di prendere tutte le misure necessarie a questo fine in conformità con la Carta delle Nazioni Unite.
E’ stata creata una Commissione per la demarcazione della frontiera tra l’Iraq e il Kuwait, costituita da due membri nominati sa questi Stati e altri tre membri indipendenti nominati dal Segretario generale --> tale Commissione aveva il compito di procedere tecnicamente a individuare il confine tra i due Stati in base all’accordo del 1963. La Commissione concluse i suoi lavori adottando un rapporto finale nel 1993 e il Consiglio di sicurezza affermò con chiarezza il carattere definitivo e vincolante di tale rapporto --> il Consiglio di sicurezza esige che l’Iraq e il Kuwait rispettino l’inviolabilità della frontiera internazionale delimitata dalla Commissione e il diritto di accesso alle navi.
Questa sezione della risoluzione n. 687 ha sollevato giustificati rilievi di legittimità. Il Consiglio di sicurezza infatti, insieme alla Commissione, ha reso una decisone obbligatoria della controversia confinaria esistente tra l’Iraq e il Kuwait --> ma il Consiglio non può decidere una controversia internazionale, non può adottare decisioni definitive e vincolanti, ha solo il potere di raccomandare procedimenti, metodi o termini di regolamento. Questo ruolo limitato fu sottolineato nel corso del dibattito della risoluzione n. 687 dal delegato yemenita e da quello cubano, anche l’Iraq contestò questa competenza.
Va inoltre ricordato che lo stesso Consiglio, nella risoluzione n. 660 aveva chiesto all’Iraq e al Kuwait di cominciare immediatamente intensi negoziati per regolare le loro controversie, inclusa quella relativa ai confini. L’Iraq aveva anche sostenuto l’invalidità dell’accordo di Bagdad del 1963. La decisione del Consiglio di sicurezza di considerare inviolabile e definitivo il confine stabilito da tale accordo e di fondare su di esso ogni successiva demarcazione comporta pertanto una decisione anche della controversia concernente la validità del suddetto accordo.
La sezione A comporta anche una garanzia della inviolabilità della frontiera tra l’Iraq e il Kuwait --> nell’eventualità che l’Iraq riprenda un atteggiamento aggressivo verso il Kuwait il Consiglio avverte quindi che non mancherà di ricorrere alle misure a sua disposizione per prevenire o reprimere tali attacchi.
A seguito di uno spiegamento di truppe irachene verso la frontiera del Kuwait, il Consiglio, il 15 ottobre 1994 adottò la risoluzione n. 949:
Il consiglio di sicurezza,
- condanna i recenti spostamenti militari dell’Iraq in direzione del confine del Kuwait
- chiede che l’Iraq non utilizzi le proprie forze militari o di qualunque altro genere in maniera ostile o provocatoria per minacciare o il suo vicino o le operazioni delle Nazioni Unite in Iraq
- chiede che l’Iraq cooperi pienamente con la Commissione speciale delle Nazioni Unite
La risoluzione non adotta nessuna misura, essa contiene un chiaro monito verso l’Iraq --> tale richiamo, di per sé, non può valere come una autorizzazione agli stati della coalizione a riprendere le armi contro l’Iraq, esso esprime un avvertimento all’Iraq: una violazione armata del confine con il Kuwait avrebbe potuto determinare l’adozione di una nuova autorizzazione all’uso della forza.

L’istituzione di una zona smilitarizzata e di un gruppo di osservatori dell’ONU

La risoluzione n. 687 prosegue nei seguenti termini:
B)
chiede al Segretario generale di sottoporre al Consiglio un piano per l’immediato spiegamento di un gruppo di osservatori delle Nazioni Unite e di una zona smilitarizzata che si estende dal confine per dieci chilometri in Iraq e per cinque chilometri in Kuwait
Questa parte della risoluzione si ricollega all’impegno di garantire l’inviolabilità della frontiera tra l’Iraq e il Kuwait, anche la previsione di una unità dell’ONU di osservatori risponde allo scopo di garantire la frontiera tra i due stati.
Questa unità fu ufficialmente istituita sulla base di un rapporto del Segretario generale approvato dal Consiglio di sicurezza --> fu denominata Missione di osservazione delle Nazioni Unite per l’Iraq e il Kuwait (UNIKOM). Gli osservatori dell’ONU non hanno mancato di segnalare i non rari incidenti di frontiera, in particolare le incursioni irachene in territorio kuwaitiano. Il Consiglio di sicurezza, aderendo a una richiesta del Segretario generale, con la risoluzione n. 806 del 5 febbraio 1993 ampliava il mandato della Missione allo scopo do prevenire o porre rimedio a violazioni non gravi della zona smilitarizzata.

Tratto da L'ONU E LA CRISI DEL GOLFO di Alice Lavinia Oppizzi
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