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LA RISCOSSIONE DELLE ENTRATE


La fase di riscossione delle entrate consiste nel materiale introito da parte del tesoriere delle somme dovute all’azienda pubblica.
Le entrate che affluiscono alla tesoreria centrale e alle tesorerie provinciali comprendono quelle di “bilancio” (dovute per qualsiasi titolo all’erario e iscritte nel Bilancio di previsione) e quelle “fuori bilancio” (che riguardano l’emissione dei Bot, i versamenti sui conti correnti, sulle contabilità speciali e sui conti di tesoreria unica).
È possibile individuare 4 caratteristiche comuni a tutte le operazioni di incasso:
- il rilascio al versante di una quietanza di entrata, atta a comprovare l’avvenuto versamento;
- il divieto di restituzione della somma dopo il rilascio della quietanza; infatti i rimborsi devono avvenire, di norma, mediante titoli di spesa emessi dagli uffici statali competenti, ovvero dagli intestatari dei conti.
- ciascuna operazioni di incasso comporta l’accreditamento diretto del “conto Disponibilità per conto del Tesoro”, nel quale sono registrate tutte le operazioni gestite dalla banca d’Italia nella funzione di tesoriere dello stato.
- ogni introito viene rendicontato presso la Ragioneria Generale dello Stato, alla Corte dei Conti e secondo il tipo di cespite acquisito, all’ufficio che amministra il cespite stesso.
Nella “tesoreria tradizionale” le procedure operative utilizzano le “materialità”, cioè tutte le operazioni che vengono poste in essere fanno riferimento alla documentazione cartacea.
Il versamento deve essere accompagnato da una distinta, definita anche reversale d’incasso (TAV. 1), redatta su moduli appositamente predisposti, numerati progressivamente e firmati dal responsabile del servizio finanziario dell’azienda pubblica che specifica la destinazione della somma. Essa contiene i seguenti elementi:
­ l’indicazione del debitore;
­ l’ammontare della somma da riscuotere;
­ la causale;
­ gli eventuali vincoli di destinazione delle somme;
­ l’indicazione della risorsa o del capitolo di bilancio cui è riferita l’entrata, distintamente per residui o per competenza;
­ la codifica;
­ il numero progressivo;
­ l’esercizio finanziario.
A fronte di ogni somma riscossa viene rilasciata, sempre dal tesoriere, la quietanza di entrata, numerata in ordine cronologico per esercizio finanziario; un altro foglio dell’inserto viene inviato, a determinate scadenze, all’Amministrazione statale o all’ufficio pubblico competente.
I tabulati riepilogativi di rendicontazione delle entrate sono spediti dal centro elettronico della banca alle tesorerie e da queste, una volta controllati, vengono inviati ai singoli destinatari.
Nella “tesoreria telematica” invece tutte le operazioni di incasso sono svolte in un regime di dematerializzazione. La disposizione di versamento viene inviata via rete interbancaria ed è contabilizzata automaticamente sui conti di riferimento, senza emissione di quietanza; la certezza del versamento viene così assicurata dalle procedure interbancarie utilizzate.
Per i versamenti in contante, le tesorerie rilasciano una ricevuta, la quale non è tuttavia soggetta a rigoroso rendiconto.
Negli anni recenti anche per gli strumenti utilizzabili per eseguire versamenti in tesoreria si è registrata una significativa evoluzione: le banconote, le monete e i titoli di Stato o di credito sono ormai in larghissima parte sostituiti da strumenti informatici del sistema bancario; anche nel sistema postale sta crescendo progressivamente l’utilizzo dei mezzi informatici.
Le tesorerie possono accettare:
- biglietti di banca e monete
- i biglietti emessi dalla Banca centrale europea e le monete emesse dagli Stati     partecipanti alla UEM sono ricevuti dalle tesorerie per i versamenti eseguiti     presso i propri sportelli; tuttavia queste operazioni si stanno notevolmente riducendo.
- Strumenti della Banca d’Italia
- assegni emessi dalle banche sui conti in essere presso la Banca d’Italia; si tratta di assegni di Conto Corrente che ovviamente danno luogo alle emissioni di quietanza solo se trovano copertura nei conti di gestione delle banche;
- vaglia cambiari: titoli di crediti emessi previo versamento nelle casse della Banca del valore in contanti per importi fino a 500 mila euro.
- Strumenti del sistema bancario:
- bonifici nazionali: versamenti telematici inviati mediante Rete nazionale interbancaria regolati sui conti che le banche detengono presso la Banca d’Italia;
- bonifici esteri per versamenti di cui al DPR 482/01: nei paesi aderenti all’UEM, i pagamenti in favore di Amministrazioni dello Stato, espressi in euro sono effettuati a favore della tesoreria mediante il sistema TARGET. I pagamenti provenienti da paesi extra UEM ovvero da paesi UEM ma espressi in moneta diversa dall’€ sono eseguiti tramite l’Ufficio italiano dei Cambi;
- lettere di addebito con le quali le banche autorizzano la Banca d’Italia a prelevare dai propri conti aperti presso di essa;
- assegni circolari: sono accettati sono più per i diritti doganali, e non più come strumento di versamento in tesoreria.

- Strumenti del sistema postale:
- bollettini di conto corrente: si tratta di uno strumento fra i più utilizzati, anche se opera con procedure manuali per eseguire versamenti sui conti correnti postali ordinari o su quelli dedicati.
- postagiro: giroconti disposti da altri titolari di conti corrente a favore del conto corrente postale intestato a ciascuna tesoreria;
- vaglia postali e assegni postali vidimati: i vaglia postali sono titoli ai quali si applicano le disposizioni dell’assegno circolare; gli assegni postali vidimati sono tratti su Poste anche da chi non è correntista postale e non possono essere riscossi se non recano la vidimazione che comprova l’avvenuta acquisizione dei fondi da parte di Poste.
- Strumenti della tesoreria statale:
- titoli di spesa pagati dalle Poste e dagli agenti contabili dello stato (Dogane, Stabilimenti di pena) autorizzati ad effettuarne il pagamento: sono versati come contante nelle tesorerie che emettono le quietanze solo dopo averne verificato la regolarità;
- titoli di spesa da commutare in quietanze d’entrata: titoli di spesa emessi con la clausola di estinzione mediante versamento all’erario o a favore di un conto di tesoreria.

Tratto da TESORERIA PUBBLICA IN ITALIA di Andrea Balla
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