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Il cinema di Ermanno Olmi


Il cinema di Ermanno Olmi si dibatte sempre tra due tentazioni contrapposte ma complementari:
-->Epifania di un inizio (nascita di Gesù in cammina cammina)
-->Fenomenologia di ciò che si estingue (L’albero degli zoccoli, Il mestiere delle Armi)
Talora le due tentazioni del regista si sovrappongono.
Nasce nel 1931 a Treviglio in provincia di Bergamo, lascia gli studi e viene assunto dalla Edisonvolta. Convince i proprietari a creare un dipartimento cinema che lui dirige e dove si forma dirigendo svariati documentari industriali. Esordisce nel 1959 con il Tempo si è fermato, proseguirà con svariati successi. Dopo il successo dell’Albero degli Zoccoli tramite il quale ottiene la Palma D’oro  a Cannes, si ritira a Bassano del Grappa dove fonda Ipotesi Cinema , una scuola per formare i nuovi registi.

1959, Il tempo si è fermato--> documentario su una diga in costruzione che si sofferma sul rapporto che si instaura tra i due guardiani di età molto differente, che dopo le diffidenze iniziali diventano amici. Il tempo della durata è 48 ore e non accade praticamente nulla ma il regista pone l’attenzione sul rapporto tra i protagonisti e la maestosità del paesaggio circostante. Olmi prende attori non protagonisti e registra il suono in presa diretta.
1961, Il posto--> un ragazzo di Meda e la sua integrazione a Milano dove è assunto da una grande azienda come fattorino; il mondo che gli si presenta è alienante e disumanizzato e si contrappone alla purezza del “cuore semplice” del protagonista. Il film documenta con sguardo asciutto l’impatto sulla modernità.
1963, I Fidanzati--> un operaio milanese in trasferta in Sicilia ci mostra un complesso di memoria in rievoca la fidanzata e l’anziano padre rimasti a Milano. Olmi tenta un realismo dell’interiorità e si tiene lontano da toni di denuncia. Il film diventa una testimonianza della solitudine e dell’incomunicabilità.
1965, E venne un uomo--> puntigliosa biografia di Papa Giovanni XXIII appena morto

Continua con una serie di film in cui recupera la sua passione per l’analisi dei cuori semplici fino a:
- 1974, La circostanza --> Radiografia della crisi di una famiglia borghese, sulla sfondo di una crisi che colpisce l’identità di tutta l’Italia. Il padre rischia di essere licenziato, la madre delusa dal rapporto con i figli si attacco ad un ragazzo vittima di un incidente, i figli cercano a fatica la propria identità. Il film mostra la piena maturità del regista che apre la strada al prossimo ambizioso progetto.
- 1978, L’albero degli Zoccoli--> E’ un film interpretato da contadini della campagna bergamasca, i dialoghi sono in dialetto al limite della comprensibilità, non c’è nessuna star di rilievo, l’azione corale si snoda lenta e solenne seguendo il ritmo monotono del lavoro nei campi. L’albero degli zoccoli si presenta come un’alternativa alla conflittualità devastante degli anni di piombo. Si registrano alcune assimilazioni al realismo di Manzoni e alle bucoliche di Virgilio per quanto riguardo l’interesse verso la pietas e l’importanza del lavoro. La rappresentazione della società è estremamente solenne e si notano riferimenti alla pittura di fine Ottocento, la solennità viene conferita anche dall’accompagnamento musicale di Bach.
Le uniche due azioni rilevanti del film sono il matrimonio di una giovane coppia ed il loro viaggio di nozze a Milano, ed il taglio di un albero del padrone da parte del padre di una delle famiglie per ricavarne un nuovo paio di zoccoli per il film. Tale azione verrà punita dal padrone con la cacciata della famiglia dal podere, il film termina con la famiglia che si allontana mostrando l’inizio della fine della civiltà contadina lombarda.
Olmi si pone all’altezza dei suoi personaggi, con un rapporto quasi fraterno e non demiurgico.
Il mondo contadino che il regista rappresenta è quello precedente all’esplosione dei conflitti di classe, ma si denota già la presenza delle tre forze che vorranno attirarli a sé:
la chiesa--> il prete che predica dal pulpito
il socialismo--> comizio notturno nella piazza del paese
il consumismo--> imbonitore che tenta di vendere un unguento per l’artrite.

Tratto da IL CINEMA ITALIANO TRA GLI ANNI '60 E '70 di Asia Marta Muci
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