Skip to content

Schema corporeo e pluralità di sé


Lo schema corporeo cambia troppo lentamente perché sia possibile accorgersene. Da questo gap percettivo deriva l’illusoria convinzione di una continuità temporale dello schema corporeo. C’è per questo la necessità di aprirsi a una visione dell’identità come arcipelago, segnata da una pluralità di sé. La conversazione felice con se stessi richiede la disponibilità a diversi linguaggi e di saper transitare dall’uno all’altro con flessibilità. Il lavoro educativo, quindi, non può prescindere dallo sforzo di tenere costantemente in relazione e comunicazione tra loro questi livelli. Si devono sempre prevedere che sensazioni ed emozioni passino attraverso il corpo e che possano interagire per costruire la conoscenza.
Il problema dell’essere bloccati in un unico canale, è che spesso non ci si rende conto della situazione, e per questo è importante prenderne coscienza, imparare a esercitare le qualità espressive proprie di ogni canale e saperlo cambiare, cioè trasferire contenuti si sé da un canale all’altro per avere a disposizione risorse aggiuntive. Permettere al corpo di agire nel contesto formativo imporne di ritrovare il contatto con le radici biologiche, insegna a transitare da un’area all’altra e costringe a vedersi più globalmente e da più punti di vista. Solo una formazione che non abbia paura della sospensione e del silenzio, che sia disponibile ad esplorare concretamente linguaggi eterogenei, può mostrare un accesso completo al pensiero e alle sue parole.

Tratto da PEDAGOGIA DEL CORPO di Adriana Morganti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.