La ricerca azione partecipata e il lavoro di comunità
La ricerca azione partecipata è impiegata in diverse pratiche sociali finalizzate al cambiamento, soprattutto nell’ambito del lavoro di comunità. Obiettivi e funzioni della ricerca azione partecipata sono la conoscenza, l’apprendimento e il cambiamento. Sono 3 aspetti interdipendenti. La ricerca azione partecipata integra intervento, formazione e ricerca in un’azione sinergica finalizzata al cambiamento.
Nella ricerca azione partecipata, l’azione non viene dopo la conoscenza, il quanto la conoscenza è già il risultato di un’azione e di un’interazione. Questa ricerca aiuta a costruire la capacità delle persone di essere attori creativi del loro mondo e di partecipare al processo di creazione della conoscenza. I dati non sono importanti, ma ai fini del cambiamento lo è il significato che i diversi attori sociali, attraverso un processo di negoziazione collettiva, attribuiscono ai dati.
I profili di comunità rappresentano un modo di organizzare l’osservazione della comunità aggregando i dati che si riferiscono a settori specifici e giungendo alla fine a integrare le differenti informazioni in un quadro di interdipendenze.
La ricognizione sociale rappresenta un modello particolare di ricerca azione partecipata. Si tratta di un’azione di conoscenza non approfondita di un territorio, dei suoi problemi, delle sue risorse.
Essa può essere scomposta in fasi:
1. La domanda iniziale: la ricognizione sociale parte dall’esistenza di un soggetto in un territorio definito, che vede un problema e vuole fare qualcosa per risolverlo, ricercando il coinvolgimento di altri soggetti dello stesso territorio.
La conoscenza preliminare della comunità: si tratta di raccogliere informazioni relative alle caratteristiche della comunità, e in particolare alle risorse in essa disponibili.
2. Identificare gli attori sociali: si tratta di individuare e scegliere gli attori sociali da coinvolgere nel progetto fin dall’inizio.
Il reclutamento dei leader-rappresentanti: identificare le persone significative delle realtà mappate e contattarle per fissare un incontro individuale per una prima intervista.
3. La riunione iniziale e il contratto: ai convocati viene descritto dettagliatamente l’impegno richiesto a loro.
L’intervista di gruppo: l’intervista viene realizzata nella sede del gruppo da 2 intervistatori, richiede generalmente 2 ore, con la presenza di un numero di persone di 5-15 soggetti e viene condotta con la tecnica del gruppo focus.
4. L’elaborazione dei dati: il lavoro di elaborazione si limita ad organizzare e sistematizzare i dati in modo da facilitare la lettura e l’analisi degli stessi ricercatori che hanno svolto l’intervista.
5. L’assemblea finale: con questa assemblea, con la quale partecipano le stesse persone presenti alla prima, più eventuali altre che si sono aggiunte nel percorso, termina la ricognizione.
Questo modello può essere impiegato per raggiungere obiettivi specifici differenti, quali la prevenzione di comunità, la promozione della salute, azioni di marketing, lo sviluppo organizzativo. Ma con questo modello non è possibile condurre una ricerca in profondità; inoltre l’intervista di gruppo ha precise caratteristiche che lo rendono adeguato a produrre certi risultati e non altri. I dati raccolti non indicano realmente i problemi importanti, ma evidenziano i problemi che i gruppi coinvolti ritengono importanti.
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Dettagli appunto:
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Esame: Psicologia di Comunità
- Docente: Leone
- Titolo del libro: Fare lavoro di comunità
- Autore del libro: Martini E.R., Torti A.
- Editore: Carocci
- Anno pubblicazione: 2003
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