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Tre tipi di strategie per la riduzione della diffusione di pratiche non etiche


Ma come può fare la società a scoraggiare tali comportamenti non etici? Talune volte, infatti, è difficile scoraggiare il diffondersi di alcune pratiche che sebbene non sono etiche, risultano essere molto efficienti.
Tre tipi di strategie per la riduzione della diffusione di pratiche non etiche:
1. Pressione del mercato sul lungo periodo;
2. Persuasione morale;
3. Regolamentazione governativa.
1. Pressione del mercato sul lungo periodo: ad esempio, se l’opinione pubblica è contro lo sfruttamento del lavoro minorile, le imprese che non assumono bambini potranno proporre prezzi più alti senza particolari conseguenze; ma anche le imprese che strapagano i loro managers o truccano la contabilità, incapperanno nel disappunto dei loro azionisti e le università che commercializzano troppo le loro attività perderanno facoltà e numero di studenti.
2. Persuasione morale: è una strategia più aggressiva; si convincono le imprese a non servirsi di pratiche non etiche attraverso il boicottaggio e la persuasione.
3. Regolamentazioni governative: proibiscono molte pratiche di corruzione ed impongono sanzioni per chi le commette. Ma il coinvolgimento del governo nel bloccare la diffusione di pratiche non etiche, varia da paese a paese.
CONCLUSIONE: dato che la pressione competitiva è forte nei diversi paesi e mercati del mondo, questo implica che i comportamenti non etici saranno sempre più pervasivi?
La risposta è NO per due distinte ragioni:
1. La competizione è fondamentale per il progresso tecnologico e la creazione di ricchezza in tutto il mondo. La pressione competitiva porta alla crescita economica e, se le aziende diventano più ricche, la loro disponibilità a pagare di più per l’applicazione di pratiche etiche cresce.
2. Più una società diventa ricca, più la sua visione di cosa è etico cambia: gli atteggiamenti tribali, quindi, vengono rimpiazzati da atteggiamenti di cooperazione ed inclusione.
QUINDI: sul lungo periodo, la competizione promuove comportamenti etici, aumentando la disponibilità al pagamento per i comportamenti etici e migliorando il rapporto fra etica ed efficienza.

Tratto da RESPONSABILITÀ DEI MEDIA di Marco Cappuccini
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