Interazione sociale tra i bambini nei primi anni di vita
Prime ricerche anni 20-30: diffusione istituti per l'infanzia per rispondere ai problemi sociali post-bellici; stimola ricerche sul comportamento di bambini piccoli nel gruppo dei pari: sottolineano l’incapacità dei bimbi di 2-3 anni di reagire socialmente con gli altri e realizzare giochi in comune (prevalente interesse per oggetti inanimati che partner sociali).
40-70: l’interesse cala totalmente, teorie comportamentista e psicanalisi assegnano all’adulto un ruolo prioritario nello sviluppo sociale e affettivo del bambino. Teoria attaccamento: analisi relazione bimbo-madre, considerata come unico legame significativo nella 1° infanzia.
Metà 70: ripresa d’interesse: riconoscimento della precocità sociale del bambino (predisposizione innata ad interagire con peone significative del suo ambiente, no solo genitori) + presenza femminile nel mondo del lavoro provoca un > inserimento di bimbi nei contesti educativi extrafamiliari caratterizzati da presenza stabile del gruppo dei pari.
Sequenza evolutiva
Comportamenti diversi a seconda dell’età (legati a cambiamenti linguistici, cognitivi), ricerche fatte nei luoghi naturali di vita x osservare i comportamenti in condizioni spontanee.
- 1° anno: primi 2 mesi l’unica relazione è il pianto indotto dal pianto del coetaneo, dai 4 mesi inizia a toccare e sporgersi verso l’altro, poi sorrisi e vocalizzazioni; i comportamenti diretti verso l’altro aumentano sia di segnali espressivi (sorrisi) che motori (toccare); fine 1° anno capace di indirizzare atti anche coordinati = il bambino dimostra la capacità di dirigere iniziative sociali, ma non di rispondervi
- 2°anno: > complessità nelle intenzioni (azioni coordinate, capacità di riprodurre/completare le azioni dell’altro, fino a giochi caratterizzati dall’assunzione di ruoli diversi) + giochi sociali; si sperimenta la reciprocità, non ancora però vera cooperazione, soprattutto giochi in solitario o in parallelo
- 3 anno: > capacità di realizzare attività insieme, di condividere l’obiettivo, giochi di finzione per realizzare un tema familiare e gioco sociodrammatico che implica la condivisione di un tema inventato
Condizioni che influenzano l’interazione tra pari
- giocattoli: fondamentali mediatori dell’interazione tra coetanei (nasce dalla comune attrazione per l’oggetto inanimato, non tanto per coetaneo. Nel 1° anno in un contesto in cui il coetaneo rappresenta la principale fonte d’attrazione, prevalgono comportamenti socialmente diretti; se il contesto è caratterizzato dalla presenza di oggetti, prevalgono comportamenti mediati dall’oggetto. Dal 2° anno interazioni + lunghe e sofisticate se i bambini impegnati a giocare con stesso oggetto
- gli adulti: variabile importante anche quando non sono direttamente impegnati coi bambini, riduce la quantità d’interazione tra pari e ne abbassa il livello, perchè è fonte d’interesse in competizione con l’altro bambino
- familiarità: > frequenza di comportamenti coordinati e prossimali tra bambini familiari, anche i conflitti sono risolti in modo diverso. È possibile che la reciproca frequentazione permetta ai bambini di conoscere meglio le modalità di comunicazione appropriate per il coinvolgimento di un coetaneo, aumentando la capacità di controllarne lo scambio.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Antonella Bastone
[Visita la sua tesi: "L’anoressia mentale in adolescenza: analisi multidimensionale dell'autostima"]
[Visita la sua tesi: "Corpo, modelli estetici e disturbi del comportamento alimentare. Un’interpretazione socioculturale."]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Igiene mentale
- Docente: Chiara Marocco Muttni
- Titolo del libro: Dizionario di psicologia dello sviluppo
- Autore del libro: a cura di S. Bonino
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2002
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