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Implicazioni terapeutiche di un approccio strutturale


L’approccio strutturale alle famiglie è basato sul concetto che una famiglia è più della somma delle dinamiche biopsicologiche individuali. Le reciproche relazioni dei componenti della famiglia avvengono secondo  certe combinazioni che regolano  le loro transizioni. Queste combinazioni formano un tutto: la struttura della famiglia. La realtà della struttura appartiene a un ordine diverso dalla realtà dei membri individuali.    
L’osservatore ascolta quello che i componenti della famiglia gli dicono sul loro modo di fare esperienza della realtà. Ma allo stesso tempo, osserva come ciascuno di essi stabilisce  relazioni con lui e gli altri. Il terapista analizza il campo transazionale in cui lui e la famiglia si incontrano, per fare una diagnosi strutturale.    
Il terapista, rispondendo alle situazioni che si vengono a creare durante la seduta, fa anche delle osservazioni e pone quesiti. Inizia con l’evidenziare modelli transazionali e confini; e fa ipotesi riguardo a quali modelli sono funzionali e quali disfunzionali. Comincia a dedurre cosi una mappa della famiglia.    
La mappa della famiglia è uno schema di organizzazione, è statica (mentre la famiglia è costantemente in movimento), è un potente strumento di semplificazione, che aiuta il terapista a organizzare il vasto materiale che va raccogliendo. Aiuta a formulare ipotesi su settori familiari che funzionano bene, o possono essere disfunzionali e inoltre, aiuta a definire gli obiettivi terapeutici.

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
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