Conclusione: La televisione come testo espanso
Youngblood, che aveva previsto frammentazione del broadcasting, spinta verso il narrowcasting e fusione tra tv e computer, aveva previsto anche la fine del plot, ma per fortuna questo non è avvenuto, anzi la vitalità del medium è dovuta alla capacità di generare storie potenti e capaci di moltiplicarsi. Quindi oggi viviamo un’expanded tv generata dalle potenzialità interne al medium e della sua unione con altri media. Nasce il testo espanso, cioè un expanded universe (universo diegetico e stilistico). Tutto si genera dal testo origine, che è così ricco e dettagliato da non poter più essere contenuto in un solo medium ma tende a diventare un’esperienza diversificata e quotidiana, grazie alla dispersione di questo testo nell’overflow mediale e culturale.
1. Apertura e collaborazione
Il fatto che il testo espanso è instabile (in quanto frutto di continui cambiamenti ed espansioni) lo accosta al concetto di “opera aperta” teorizzato da Eco, opera che aspira ad un completamento da parte del fruitore tale per cui si ha un nuovo senso tra produzione e consumo. La tv porta alle conseguenze estreme questo rapporto tra definitezza e apertura: gli spettatori sono invitati a fare il telefilm insieme agli autori e l’espansione narrativa crea un universo che ha bisogno di essere completato e mappato; si tratta di una collaborazione contenutistica, ma anche formale (i testi prodotti rimandano, per stile e forma, al testo origine).
2. Intertestualità e gerarchie fluide
Il convenire di elementi eterogenei crea un reticolo (il testo matrice dà vita ad una serie di testi matrice che poi si moltiplicano ed espandono) e il testo espanso diventa un testo intertestuale a livello base (è un insieme di citazioni, relazioni e richiamo ad altri testi) e a livello successivo (prevede la creazione di altri testi e crea un reticolo). Si crea cosi un testo capace di legare a sé il pubblico ed espandere il testo primario, per cui il testo espanso diventa un intertextual commodity (un oggetto di uso quotidiano dotato di intertestualità capace di chiamare a sé oggetti diversi dal puro e semplice testo). In questo contesto però, la nozione di diritto d’autore diventa problematica: la legge riconosce l’esistenza di un creatore principale, ma diventa difficile determinare cosa sia canonico e cosa no e chi possa avere o meno la possibilità di conferire tale potere a un individuo/organizzazione.
3. Espansione come esperienza
Silverstone pensa i media come processo di mediazione tra significati che hanno la propria fonte nei testi, ma che poi si estendono all’esperienza. La mediazione diventa => un movimento di accesso a un contenuto e una relazione che si instaura tra lo spettatore e il medium fatta almeno da 3 soglie (play, performance, pleasure), un processo che coinvolge sia i produttori che i consumatori. L’espansione del testo diventa esperienza dei media.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Francesca Masciadri
[Visita la sua tesi: "L'Unione Europea e la promozione dei diritti umani"]
[Visita la sua tesi: "Formule tradizionali e dinamiche innovative nella fiction italiana. Il caso de I Liceali"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
- Corso: Lingue e Letterature Straniere
- Esame: Forme delle testualità mediali
- Docente: Aldo Grasso
- Titolo del libro: Il testo espanso. Il telefilm nell'età della convergenza
- Autore del libro: Stefania Carini
- Editore: Vita e Pensiero
- Anno pubblicazione: 2009
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