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Gli scritti dello pseudo Dionigi

Gli scritti dello pseudo Dionigi



LO PSEUDO – DIONIGI. Non si è ancora riusciti a dare una identità a questo scrittore che ha utilizzato il nome di Dionigi l'Areopagita (che era stato addirittura in rapporto con Paolo di Tarso) per dibattere argomenti di teologia mistica. Il corpus di scritti attribuiti a questo falso Dionigi comprendono ben quattro trattati e undici lettere, confezionando una raccolta mirata a dare una visione organica della teologia mistica, dunque della capacità dell'uomo di conoscere Dio e di partecipare di lui, oltre ai limiti di questo rapporto.
Il discorso di Dionigi si articola in tre momenti: stabilità (monè), progressione (proodos) e conversione e ritorno (epistrophè). La stabilità appartiene solo a Dio, ed è per questo assolutamente trascendente ed inconoscibile; questo Dio, che qui chiama Tearchia, è concepito trinitariamente è solo in parte un omaggio alla dottrina ufficiale della chiesa. La progressione consiste nella produzione di esseri viventi come effetto della sovrabbondanza dell'amore divino. Il ritorno a Dio è un ritorno individuale ma viene mediato dalla gerarchia ecclesiastica e da quella angelica. Il procedimento anagogico tramite il quale l'intelligenza dell'uomo si innalza per tornare a Dio si appoggia sulla dialettica dei simboli e delle idee perchè sia la Scrittura sia la liturgia sono pervase di espressioni e gesti che al di là del dato letterale evocano la chiave per accedere alla trascendenza. Questo esercizio intellettuale e ascetico viene affinato fin quando l'intelligenza arriva nell'estasi all'esperienza ineffabile dell'incontro con Dio.

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
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