L'originalità di Agostino
L'originalità di Agostino
Agostino nasce a Tagaste, attuale Algeria, nel 354. Muore a Ippona, Algeria, nel 430. Rispetto all'irruento Girolamo, Agostino scarseggiava di sensibilità filologica ma sovrastava Girolamo per capacità speculativa. La sua straripante originalità costituì un unicum nell'intero arco della letteratura latina. Aveva un carattere esuberante e dubbioso circa la via da scegliere, insoddisftto sia della superficiale institutio cristiana ricevuta in Africa sia delle velleità intellettuali sia del manicheismo accademico. Dal contatto col platonismo e Ambrogio divenne un fervente campione dell'ortodossia cattolica. Il suo diretto contatto con la vita ecclesiale africana lo metteva a contatto con una attività religiosa di routine, divisa tra la cura esasperante di fedeli di modestissimo livello morale e la polemica con i donatisti, incapaci di comprendere la profondità delle obiezioni agostiniane. Proprio questa sua inarrivabilità di pensiero da una parte lo costrinsero ad un isolamento intellettuale esposto alla tentazione dell'autocompiacimento, dall'altra gli assicurò per tempo una autorità che in Africa era illimitata, e che coniugandosi con una attività pastorale pressoché senza interruzioni, lo consegnò ai posteri come la principale fonte di luce dottrinale. In Africa promosse un'azione di risveglio pastorale e culturale i cui frutti di lì a poco si sarebbero visti durante l'invasione vandala.
Parliamo ora dell'opera agostiniana. Al centro del lavoro agostiniano c'era la predicazione accentrata soprattutto nella spiegazione della Sacra Scrittura, sia con finalità esegetica sia con finalità parenetica. La sua attività predicativa fu subito apprezzata anche al di là dei confini africani. Parlare in pubblico si addiceva molto al suo carattere esuberante e la sua abilità dialettica, se da una parte gli era molto utile, dall'altra spesso lo ostacolava, costringendosi a moderare le sue evoluzioni oratorie per un pubblico spesso di scarso livello intellettuale, rammaricandosi segretamente della sua impossibilità di recarsi presso uditori più elevati come quelli romani e ravennati.
Agostino propose una catechesi differenziata a seconda del pubblico nel suo de catechizandibus rudibus, ma nella prassi abituale comunque arrivò ad un tipo di scrittura che bilanciava il linguaggio tra impreziosimenti non eccessivi e chiarezza dottrinale. Quanto alla ratio esegetica, Agostino all'inizio fu un fervente origenista e sulla traccia di Ambrogio analizzò l'AT in chiave allegorica, anche se poi nel de Genesi ad litteram moderò un po' l'allegorismo a favore della letteralità. Pur rimanendo sempre un esegeta legato all'origenismo, fu il primo a chiedersi intelligentemente quando fosse necessario adottare una ipotesi allegoristica e quando una letterale, mettendo per iscritto le sue riflessioni in quello che poi diventerà il De Doctrina Christiana. La sua è sicuramente la disquizione semiotica più importante e completa dell'antichità e diventerà lo strumento di base per l'apprendimento scolastico delle norme di retorica.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura Cristiana Antica
- Docente: Grazia Rapisarda
- Titolo del libro: Storia della letteratura cristiana antica
- Autore del libro: Manilo Simonetti - Emanuela Prinzivalli
- Editore: EDB
- Anno pubblicazione: 2008
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