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Cirillo successore di Teofilo


CIRILLO. Successore dello zio Teofilo come vescovo di Alessandria e protagonista della lotta nestoriana. Nestorio era un monaco di Siria legato dottrinalmente alla scuola di Antiochia, discepolo di Teodoro di Mopsuestia e in potenziale disaccordo con la scuola teologica di Alessandria. La sua polemica nasce sul termine theotòkos ossia madre di Dio, attribuito alla Vergine Maria. In questo termine, dice Nestorio, è insito il rischio di attribuire alla natura divina nascita e morte, capacità di soffrire e mutarsi, e dunque il rischio di dissimulare deviazioni di stampo ariano o apollinarista. Il vocabolo era preniceno e fino ad allora era stato adottato senza sospetti.A Nestorio Cirillo obiettò che se Cristo è Dio, la Vergine che l'ha partorito non può non essere la madre di Dio. Fu convocato un Sinodo a Roma nel 430 e il papa condannò le tesi nestoriane senza probabilmente averne piena consapevolezza. Cirillo divulgò la sua posizione in dodici proposizioni o anatematismi e siccome Nestorio non ritrattava le proprie tesi, Teodosio II organizzò il concilio di Efeso, fissandolo al 7 giugno del 431. Si contrapponevano le seguenti due tesi:
- Tesi nestoriana monofisita: Gesù possiede due nature distinte congiunte (non unite) moralmente. Maria è madre di Gesù non Madre di Dio. Il verbo divino non si è incarnato e morto sulla croce.
- Tesi cirilliana difisita: Gesù possiede natura umana e divina, secondo la formula, da lui inventata dell “unione ipostatica”
È però una terminologia che radicalizza due posizioni in realtà né contrastanti né molto lontane l'una dall'altra.
Le tesi cirilliane pur coerenti nelle linee di fondo presentano scompensi vari di natura terminologica, a seconda dei contesti poltici in cui il patriarca ebbe a operare. Fu notevole la sua attività esegetica dove egli risentì molto più che in Didimo gli effetti della contrapposizione con gli antiocheni nel senso che moderò grandemente la componente allegorizzante dell'interpretazione dell'AT o comunque vi affiancò un forte interesse storico, come nel Commento a Isaia e nel Commento ai Profeti Minori. Nel Commento a Giovanni torna però prepotentemente l'alessandrinismo. Cirillo è l'esempio dell'esegeta che fa coesistere pragmatismo e tradizione senza troppa preoccupazione per i princìpi teorici di fronte alle esigenze primarie della prassi, ma non al punto da non salvare un residuo di coerenza.

NESTORIO E TEODORETO. Di Nestorio si è già parlato prima. Teodoreto di Cirro fu grande nemico politico di Cirillo ma rappresenta il suo alter ego. Antiocheno, come Cirillo aveva temperato il suo alessandrinismo con l'antiochenismo, così farà al contrario Teodoretto, specie nella sua esegesi sul Cantico dei Cantici, smentendo il suo conterraneo Teodoro che vi vedeva solo una collana di canti d'amore profano.

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
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