Processo e metodi della colonizzazione, 1500
Lo sviluppo eccezionalmente rapido e i successi della colonizzazione spagnola hanno fatto dimenticare che tra il 1500 e il 1650 la potenza coloniale che maggiormente aveva mietuto successi era stata il Portogallo. Si consideri, infatti, il fatto che che lo sguardo di tutti gli stati europei navigatori e mercantili era esclusivamente rivolto a Oriente. I portoghesi raggiunsero invece la loro meta passo dopo passo senza intoppi ai loro piani. Il famoso modello portoghese di colonizzazione corrispondeva ai fini pragmatici e politico – commerciali dei viaggi di scoperta che l'avevano preceduto: sulle due coste africane, quella dell'India occidentale e dell'Indocina, sulle coste dell'arcipelago della Sonda e filippino, e infine della Cina, fu impiantata nella prima metà del 1500 una enorme catena di scali commerciali e di basi navali che avrebbero costituito un canale diretto tra Lisbona e il Giappone. Il Portogallo non creò niente di nuovo qui, solo subentrava agli arabi. Come dice Chaunu, la conquista fu solo marittima, non terrestre, e non interessò gli uomini ma solo le loro relazioni. L'unico dominio territoriale esteso istituito in Asia, quello delle Filippine, non fu portoghese bensì spagnolo che in tal modo, nonostante il trattato di Saragozza del 1529, poterono inserirsi negli interessi coloniali portoghesi.
A Ovest il quadro era diverso. La casuale scoperta del Brasile da parte di Cabral, nel 1500, fece sì che questo paese diventasse una inclusione portoghese nell'impero coloniale spagnolo. Qui gli spagnoli si erano accinti all'opera di scoperta perseguendo con grande efficienza fini univocamente politico – commerciali e politico – economici. I metodi impiegati per assicurare l'impresa sono stati chiamati modello spagnolo di colonizzazione.
Dove gli spagnoli trovavano giacimenti minerari, specie di metalli preziosi, avviavano una enorme corrente di immigrazione dalla madrepatria e specie in Messico e in Perù, con la sottomissione degli autoctoni, si crearono veri e propri succedanei territoriali della madrepatria. Dove invece gli insediamenti non erano funzionali allo sfruttamento minerario, essi presero forme diverse. Gli insediamenti furono esigui, anche per la difficoltà di condizioni ambientali, la popolazione indigena fu lasciata a sé stessa e la colonizzazione si limitò alla costruzione di alcuni avamposti militari.
Il Portogallo dopo il 1530, con lo sfruttamento brasiliano dei legni da tinta, cambiò volto, distinguendosi prima fra tutte nella degradante pratica della manodopera schiavistica di colore importata dall'Africa.
In realtà Spagna e Portogallo finirono per presentare alcuni caratteri comuni che li diversificarono invece dalle colonizzazioni successive di altri stati: lo Stato non si limitava ad organizzare i viaggi di scoperta, ma trasferiva il suo dominio assoluto e centralizzato nel nascente impero coloniale. La Spagna ad esempio comandava tramite la Casa de la Contractaciòn a cui ben presto fu affiancato il Consejo Real y Supremo de las Indias col compito di sorvegliare il monopolio dei signori della Casa. In seno al Consejo si distinse presto la classe dei letrados, funzionari di formazione giuridica di piccola nobiltà o borghesia.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia moderna
- Docente: Gino Longhitano
- Titolo del libro: Alle origini dell'età moderna
- Autore del libro: Ernst Hinrichs
- Editore: Laterza
- Anno pubblicazione: 2005
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