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La gestione del conflitto


Don Milani sosteneva che l’aggressività è una componente umana naturale. Per tale motivo sarebbe stato inutile reprimerla. Quello che, invece, si può iniziare a fare è gestire l’aggressività rendendola un’energia costruttiva piuttosto che distruttiva. Per fare ciò l’educazione alla pace propone un atteggiamento mentale propedeutico alla gestione del conflitto:-
-     distaccamento emotivo
-     visione cooperativa
-     coscienza della non eccezionalità della situazione
-     ottica di lungo periodo
Nel conflitto entrano in gioco sempre 5 motivazioni:-
-    controllo delle risorse (economiche, sociali o psichiche);
-    sistema di valori ( scontri fra culture ed atteggiamenti culturali);
-    preesistente relazione di potere;
-    sopravvivenza di una delle parti o di entrambe;
-    capro espiatorio.

Tali motivazioni possono coesistere ed intrecciarsi, ma è opportuno saper riconoscere qual è prevalente per ogni soggetto coinvolto nel conflitto.

Tratto da ANTROPOLOGIA CULTURALE E DELL'EDUCAZIONE di Barbara Reanda
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