La CRI come soggetto economico: alcune nozioni di teoria economica
l'autrice cerca di dare un'interpretazione della croce rossa come SOGGETTO ECONOMICO, poiché produttrice di diversi servizi alla persona: sociali e sanitari.
La CRI non è solamente un ente che produce ed eroga servizi ma opera in modo trasversale rispetto anche anche alle diverse sfere del sistema economico italiano seguendone i relativi principi e regolamentazioni.
Essa è un ENTE DI DIRITTO PUBBLICO nato ad opera di volontari e che opera sia nell'ambito dello stato, sia in una posizione di sussidiarietà con quest'ultimo, sia in qualità di ricettore dei bisogni frammentati nella comunità (qualità propria di un'organizzazione non profit).
Per dare un'interpretazione della croce rossa come soggetto economico viene introdotta, nel testo, la TEORIA DI POLANYI che individua tre soggetti nel sistema economico:
1. lo STATO: come figura di redistribuzione delle risorse;
2. il MERCATO: luogo i scambi;
3. il TERZO SETTORE: fondato sul principio della reciprocità, ove si colloca la croce rossa, anche se mantiene molti collegamenti con lo stato.
In relazione a queste diverse sfere nascono le diverse dinamiche tra domanda e offerta dei servizi prodotti dalla croce rossa all'interno del mercato, dello stato e del terzo settore.
Dal punto di vista economico, la CR può essere vista come produttore ed erogatore di servizi: sanitari, sociali e sociosanitari. I quali vengono definiti, dalla teoria economica, come SERVIZI ALLA PERSONA, in quanto caratterizzati dal produrre un cambiamento nella persona.
Essendo la persona il destinatario ultimo del servizio ne fa derivare numerosi effetti sulla modalità di produzione del servizio stesso. Il primo e più importante effetto riguarda la difficoltà di standardizzare il servizio. Quando si parla di servizi alla persona si parla di servizi specifici, i cui obiettivi e le cui caratteristiche devono essere modellate in base alle singole situazioni. Questo fa si che cresca la spesa del servizio stesso.
Inoltre bisogna affrontare il problema della NUMEROSITA' del personale e la specificità delle figure professionali.
Terzo problema è rappresentato dalla cosiddetta FUNZIONE DI ATTESA: buona parte del tempo degli operatori, all'interno dell'organizzazione, è costituita da attesa. Sono operatori che intervengono in casi di emergenza, la cui presenza è necessaria quando l'evento si manifesta, ma il personale deve essere sempre disponibile. Questo implica, giustamente, costi maggiori per l'organizzazione.
Ulteriore problema è rappresentato dall'ASIMMETRIA INFORMATIVA; tutti questi aspetti influenzano la domanda e l'offerta di questa categoria di servizi.
Dal lato dell'OFFERTA il processo di produzione è identificabile on quello di erogazione: l'offerta si manifesta nel momento in cui viene erogato il servizio stesso. Ciò può avere una conseguenza negativa: una discontinuità nella qualità/quantità dei servizi.
Dal lato della DOMANDA sorgono due problemi: la difficoltà di standardizzare, appunto, il servizio; e la difficoltà dei soggetti nella scelta delle proprie preferenze.
Le caratteristiche di questi servizi – in particolar modo l'asimmetria informativa – hanno fatto emergere la figura del terzo settore non profit, che di fa carico dell'erogazione di questi servizi che non trovano posto nel settore economico.
Caratteristica della CR, individuata secondo la teoria di Polanyi, è la RECIPROCITA': implica che l'utilità del prossimo venga riconosciuta come la propria da parte dell'erogatore; quest'ultimo rinuncia al profitto che viene reinvestito nell'organizzazione stessa.
Sono due le motivazioni individuate per spiegare la nascita di quest'ultimo settore economico:
1. asimmetria informativa tra consumatore e produttore: questo divario ha spinto le organizzazioni del terzo settore a formarsi per evitare speculazioni in ambiti delicati come questo;
2. complessità di soddisfacimento e di determinazione della domanda: la reciprocità permette di avere un servizio più attento alle diverse esigenze, proprio perchè non bada alla sfera economica.
Con il passare del tempo, i rapporti tra stato e terzo settore – circa la produzione ed erogazione di questi servizi – si sono articolati in due diverse modalità:
1. attraverso un rapporto di sussidiarietà: lo stato continua ad avere un ruolo regolatore attraverso azioni in ambito normativo e di controllo, ma abbandona la funzione di gestione al terzo settore. In questo caso, lo stato riconosce le capacità organizzative delle organizzazioni no profit di rispondere a determinate esigenze della comunità, rispetto alle quali le altre due organizzazioni del sistema economico, hanno difficoltà o falliscono.
2. Attraverso il modello della concorrenza amministrata: diversi attori (privato profit, privato no profit, enti pubblici) concorrono tra di loro per la gestione dei servizi. Lo stato ha il ruolo di raccogliere e redistribuire i finanziamenti per i vari soggetti che concorrono; le organizzazioni no profit sono spesso privilegiate in quanto il mancato perseguimento del profitto costituisce un elemento di garanzia sia per il soggetto pubblico che per i singoli consumatori.
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