Distopia e Antiutopia : Wiemer
Prenderemo come esempio tre opere: quella di Zamjàtin, quella di Huxley e quella di Orwell. Ci aiuteremo con la distinzione che la studiosa canadese Annegret Wiemer che propone di distinguere:
- Distopia: utopia negativa. Raffigurazione negativa di luoghi.
- Antiutopia: la larga classe di lavori, allo stesso tempo fittizi e di denuncia, che sono diretti contro l'utopia e il pensiero utopista.
La maggior parte delle antiutopie sono anche distopie naturalmente. Ma sulla base di questa distinzione possiamo affermare che l'opera di Huxley ha una forte valenza antiutopica, dichiarata dallo stesso autore ad epigrafe del testo. Il testo in effetti ritrae una società edonistica ed eudomenistica che per molti versi mostra i tratti caratteristici di una utopia positiva classica aggiornata in rapporto alle possibilità economiche e tecnologiche del ventesimo secolo e i cui fondamenti ideali per altro sono gli stessi a cui si ispirano appunto le utopie positive, presentandole però in una luce negativa e critica che ne capovolge il senso complessivo.
In Zamjàtin una componente antiutopica è pure riconoscibile, specie nei riferimenti al paradiso terrestre che lo Stato Unico dice di avere ripristinato.
1984 si presenta come una distopia allo stato puro, neppure lontanamente conducibile ad una prospettiva eutopica e quindi antiutopica, tranne che nel caso alla critica del comunismo che però è più da considerare come satira.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letterature comparate
- Docente: Domenico Tanteri
- Titolo del libro: Costretti ad essere felici
- Autore del libro: Domenico Tanteri
- Editore: CUECM
- Anno pubblicazione: 2001
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