Tre distopie diverse: Huxley, Zamjàtin e Orwell
In altri termini ci troviamo di fronte a tre distopie assai diverse tra loro. In Huxley troviamo una sorta di paese di begodi che potrebbe apparire, a non poche persone, più che desiderabile e che anzi è proprio concepita come un'utopia. Ma Huxley fa una parodia dell'utopia, quasi a voler dire che ora che l'utopia è stata realizzata, era meglio che non lo fosse stata! In Zamjàtin abbiamo una società che riprende anch'essa diversi tratti e caratteri dell'utopia classica ma più che altro ad un livello puramente formale ed estrinseco, negli schemi e nei modelli organizzativi, ma che appaiono come disumanizzati, svincolati da qualsiasi concreta realtà di umani bisogni e desideri e sostanzialmente fini a sé stessi perchè la felicità di questo Paradiso rimane solo una petizione di principio senza alcuna corrispondenza nella realtà fattuale, anzi egli è ironico e antifrastico come il suo romanzo; nel caso di Zamjàtin possiamo parlare di critica caricaturale dell'utopia. In Orwell manca qualsiasi elemento e aspetto che si possa in qualsiasi modo considerare anche astrattamente positivo: la società e il mondo da lui rappresentati sono interamente dominati dalla violenza, dall'odio, dal terrore e da una oppressione senza limiti; nel suo caso parliamo di distopia pura e assoluta.
2.4. Felicità e libertà.
Veniamo ora alle affinità e alle analogie che legano tra loro le distopie del Novecento. Il primo è il comune nucleo tematico centrale del problema tra felicità e libertà. La centralità del tema è evidente in Huxley e Zamjàtin, dove costituisce addirittura la chiave di volta della costruzione teorico – concettuale, il fulcro della tesi di fondo. La felicità derivante da una organizzazione sociale armoniosa ed ordinata garantita da una società utopica ha un prezzo obbligatorio: la rinuncia alla libertà. La felicità utopica è antitetica alla libertà.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letterature comparate
- Docente: Domenico Tanteri
- Titolo del libro: Costretti ad essere felici
- Autore del libro: Domenico Tanteri
- Editore: CUECM
- Anno pubblicazione: 2001
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