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Diagnosi dell’epilessia


Innanzitutto il medico deve essere in grado di differenziare un reale episodio convulsivo da uno ipotetico dovuto ad un disturbo transitorio del sistema nervoso centrale; in più da solo l’EEG non può autorizzare una diagnosi epilettica,perché talvolta i parorrismi dell’EEG si possono registrare anche in soggetti normali o affetti da sonnambulismo,terrori notturni, emicrania,enuresi notturna,ecc.
Una diagnosi differenziale ha quindi la sua importanza nell’indagine amnesica;quando l’EEG è in contrasto con l’anamnesi,la presenza o l’assenza di parossismi non consentono di affermare né di escludere la diagnosi di epilessia,invece un buon indicatore in tal senso è dato dalla coerenza tra l’EEG e l’anamnesi.
E’ importante aver inquadrato bene la forma di epilessia prima di instaurare un certa terapia antiepilettica,poiché alcuni farmaci potrebbero essere addirittura convulsivanti se usati per la cura di una sindrome non coerente con il loro principio attivo.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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