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Il tema delle fonti nel diritto amministrativo


Il tema delle fonti è divenuto oggetto privilegiato di studio del diritto costituzionale a causa del suo stretto collegamento con la formazione della volontà dello Stato.
Nella giuspubblicistica tra l’otto e il novecento si fa strada e si afferma la concezione della legge come suprema manifestazione di volontà dello Stato, cui poi si riconnette la speciale efficacia, designata con la ben nota formula della forza di legge.
Forza di legge materiale per identificare il vincolo obbligatorio che essa genera a carico dei sudditi, forza di legge formale per identificare la posizione dell’atto legislativo in un sistema gerarchico delle fonti.
In un sistema concepito come monocentrico, l’introduzione dell’idea della Costituzione come suprema decisione sull’assetto politico dello Stato non alterava sostanzialmente la costruzione gerarchica delle fonti, ma la creazione, nel secondo dopoguerra, di sistemi costituzionali policentrici, insieme con la garanzia giurisdizionale della costituzionalità delle leggi e del rispetto delle competenze (legislative e non) costituzionalmente affidate ad enti e a soggetti diversi dallo Stato, hanno finito con l’incrinare la solidità e la linearità della sistemazione tradizionale delle fonti.
Tuttavia il tema delle fonti continua a muovere dalla medesima premessa culturale: essere le fonti diretta emanazione dello Stato.
Però, negli ultimi anni, per l’effetto di spinte disgregatrici nazionali ed internazionali, è venuto meno il modello stesso dello Stato come ordinamento politico, esclusivo o dominante, di una collettività stanziata in un determinato territorio, ed si è determinata insieme la crisi dello Stato e la crisi delle fonti.

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