L'estetica del Barocco
Barocco indica generalmente uno stile anticlassicista, i cui caratteri sono l'involuzione sintattica, la ricercatezza linguistica, l'uso estensivo della metafora, l'ampollosità e la novità delle immagini. Termine usato in senso dispregiativo fino allo sdoganamento del 1915 da parte di Heinrich Wollflinn, che ha dimostrato come il barocco possieda una sua estetica e un suo programma, lo stile barocco in realtà non è che una parte di questa fase culturale seicentesca.
Il barocco nasce dalla crisi del prospettivismo cinquecentesco e fa dell'eccesso, dell'iperbole, dell'accumulazione, della sovrabbondanza, il suo marchio più visibile. Chiasmo, iperbole, ossimoro, paradosso, metafora, sono tutte figure del disordine, che cercano di costituire nuovi nessi sulle macerie della realtà cinquecentesca.
Tutta la poesia barocca è arte dell'intelligenza, vacua quanto si vuole, ma intelligente. Di agudeza parlano gli spagnoli, di concetto e ingegno. L'intelligenza stenta a trovare un senso, e i significati indeboliti rafforzano i significanti, cercano in essi rifugio. La cultura barocca è dualista: ammette gli opposti e cerca una terza via di mediazione: l'opposizione stessa. John Donne diceva: “tutto è in pezzi, ogni coerenza perduta”.
Una ulteriore complicazione viene dal fatto che Barocco e Seicento non vanno di pari passo in ogni nazione. Shakespeare ha tratti barocchi ma in Inghilterra il Seicento è soprattuto l'età della rinascita, che in Italia si era già manifestata prima. Il barocco inglese si era già manifestato con John Lily, dal cui romanzo nacque il termine “eufuismo”, che designa il barocco inglese. Non c'è corrispondenza diretta tra i vari barocchi europei: il razionalismo di Racine è sconosciuto agli spagnoli e agli inglesi; l'eufuismo si pone come un nuovo umanesimo; in Italia, pur trionfando l'irrazionalismo controriformistico, nascono Giordano Bruno e Galilei.
Tutto questo è Barocco nella misura in cui si assume come comune denominatore la medesima inquietudine mentale che permea gli autori, pur essa affrontata in maniere differenti. È il contrasto che fa da misura. Il contrasto è naturalmente politico: Controriforma e Assolutismo sono stati i motori cardine dell'inquietudine barocca: le loro forti pressioni si scontrarono con una umanità adesso più conscia della propria individualità e per questo più restia ad imposizioni dall'alto.
L'estetica Barocca è dominata così dai temi dell'instabilità, dell'illusione, dell'errore, dell'apparenza, della maschera, della metamorfosi, del moto. Rifugge la sistematicità e si rivolge al frammento, al disordine, all'incompiuto. Le certezze del secolo precedente lasciano il posto ad un diffuso scetticismo: il fenomeno non coincide più con la cosa e da qui nasce il diffuso onirismo.
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letterature comparate
- Docente: Domenico Tanteri
- Titolo del libro: Letteratura comparata
- Autore del libro: Nicola Gardini
- Editore: Nuova Italia
- Anno pubblicazione: 2003
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