Nudo e atto sessuale nel cinema nel tardo '900
Le femministe che hanno analizzato il cinema dominante, quello di Hollywood, giustamente hanno notato che gli uomini erano gli unici a guardare (questa critica certo valida per i film americani ma non è palese per l’Europa anche a metà secolo).
Gli stereotipi legati a forme mentali distinte, al voyeurismo maschile e al corpo femminile offerto come oggetto del suo vedere, preesistevano al cinema. Possono essere ritrovati in tutto il IX secolo, soprattutto negli ultimi decenni in cui si assistette a un esplosione di pubblicità sui giornali, manifesti, riviste, ecc. Vestita o seminuda l’anatomia femminile è stata ampiamente usata per pubblicizzare qualsiasi oggetto o servizio.
Se il cinema si è profondamente basato su una preesistente tradizione di opposizione tra i sessi, ha usato e sviluppato il tema a modo suo. Genericamente , potremmo dire che il cinema, finanziato da uomini che miravano al profitto trasmise l’idea accettata che gli uomini dovessero decidere e le donne ubbidire e così intendevano soddisfare i desideri degli spettatori. Ma negli anni’60 la relazione cinematografica tra i generi sessuali cambiò rapidamente. I personaggi femminili furono descritti, dal lato pratico e morale come uguali agli uomini; le donne divennero anche meno esposte allo sguardo degli uomini.
I film degli anni 70 e 80 mostrano il nudo e l’atto sessuale in un modo più crudo (o almeno meno ipocrita) di prima. Nello stesso tempo l’interesse per l’amore o gli atti sessuali ha perso il precedente significato, e anche nelle commedie o nei drammi più tradizionali, la costituzione di una coppia non viene più considerata un buon finale. Comunque la divisione sessuale è rimasta un potente marcatore; le donne dello schermo sono state descritte come non uomini piuttosto che come esseri sessuali.
Il cinema degli anni’90 si è distinto non tanto per il fatto che il sesso ha invaso gli schermi europei, ma perché è stato mostrato come un’attività di routine, privato del mistero e del sentimentalismo di cui era circondato in precedenza.
A differenza dell’ossessiva passione per il sesso degli anni’70, gli anni’90 lo hanno usato come un anestetico per dimenticare il mondo.
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Cinema e studi culturali
- Docente: Michele Fadda
- Titolo del libro: Cinema e identità europea
- Autore del libro: Pierre Sorlin
- Editore: La nuova Otalia
- Anno pubblicazione: 2011
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