Film d'arte e film parametrico. Piacere del pubblico
David Bordwell definisce 2 alternative alla narrazione classica: la prima è il film d’arte, che usa lo stile classico senza accettarne le regole, che piega ai suoi scopi; la seconda è il film parametrico, “centrato sullo stile”. È difficile allestire una chiara separazione in base al modello, perché entrambi possono agire nello stesso film.
Gli spettatori del dopoguerra potevano fruire di prodotti ben fatti, della durata di 2 ore. Due decenni dopo, agli spettatori (che non erano gli stessi) fu alternativamente offerta e negata la stessa gratificazione; un altro tipo di piacere nasceva dalla dislocazione delle aspettative, di volta in volta soddisfatte e frustrate. Gli spettatori devono essere attivi nella visione del film; prima il pubblico non era passivo ma forniva un altro tipo di partecipazione. La forte coerenza della trama, nei film classici, preclude la possibilità di digressioni.
Prende corpo un altro tipo di piacere spettatoriale: un invito rivolto al godimento delle immagini e dei suoni, della loro qualità, della loro bellezza, della loro originalità e a volte anche della loro inutilità.
Se fosse necessario riassumere le intenzioni del nuovo cinema, potremmo dire che ha spostato il fuoco della storia al racconto della storia, o dal messaggio alle immagini. I film rimangono finzioni, ma l’accento cade sulla loro inconcludenza e costruzione, e gli spettatori sono invitati a godere altrove: nel passaggio da storia a storia, o nella libera progressione lungo le linee suggerite dalle variazioni delle forme, del colore, del suono del movimento e delle inquadrature.
Anche quando ottennero riconoscimenti internazionali, i nuovi film non incontrarono il favore dl pubblico; furono accusati di essere provocatoriamente elitari, e molti furono veri insuccessi. Questo non significa che gli esperimenti del nuovo cinema europeo non furono importanti. Il loro peso fu considerevole, ma in altri campi: il mondo della tv, della pubblicità e dei colossal americani, che dominano oggi. Fecero parte di un cambiamento radicale del gusto e del giudizio estetico avvenuto nel corso degli anni’70 e ’80. l’innovazione europea fu studiata da Hollywood e inserita in un altro modo di fare cinema.
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Cinema e studi culturali
- Docente: Michele Fadda
- Titolo del libro: Cinema e identità europea
- Autore del libro: Pierre Sorlin
- Editore: La nuova Otalia
- Anno pubblicazione: 2011
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