Rapporto tra film, pubblico e critica nella seconda metà del '900
Il nodo cruciale è la fascia d’età tra i 14 e i 24 anni. Occupazione e famiglia di provenienza sono variabili determinanti, ma anche le abitudini culturali ebbero grande significato. Per gli esercenti l’unico gruppo che contava era quello degli studenti della scuola secondaria e dell’università. Le inchieste condotte sugli anni’60 dimostrano che la concezione dell’immagine fotografica stava cambiando; la gente tendeva a dare meno importanza ai valori tradizionali (casa, famiglia) e si interessava della qualità estetica delle immagini (illuminazione, definizione), dando alla fotografia la dignità di arte e ai fotografi quella di artisti.
Anni’50: “Bianco e Nero”, “Cahiers du Cinema”e “Filmkritik”condussero una dura battaglia per sostenere quello che ritenevano “buon cinema”.
Anni’60: Il cinema veniva studiato come linguaggio.
Anni’70: Ottica psicoanalitica; si voleva analizzare il modo in cui gli spettatori sono determinati dalle immagini e dai suoni.
Le ragioni del successo di alcune produzioni americane sono incomprensibili: in serie come “Rocky”, “Rambo”o “Star Wars” ci sono elementi che possono portare tanto al successo quanto al fallimento.
La relazione tra il cinema e la società è cambiata drasticamente; gli americani e i pochi produttori europei si sono concentrati sul botteghino, mentre altri registi si sono occupati maggiormente del problema e del significato del fare cinema.
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Cinema e studi culturali
- Docente: Michele Fadda
- Titolo del libro: Cinema e identità europea
- Autore del libro: Pierre Sorlin
- Editore: La nuova Otalia
- Anno pubblicazione: 2011
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