Film storici. Storia cinematografica e televisiva
Negli anni 80 molti film europei hanno descritto la morte del cinema. Quest’immagine è stata caratteristica di un decennio che ha testimoniato la fine delle tradizioni nazionali, separate e spesso opposte, delle nazioni europee e che si sentì pronto a rivisitare il passato. Eppure il cinema non era realmente in decadenza; i film ottenevano finanziamenti dalla banche o dalle imprese private, venivano venduti alle reti televisive piuttosto che ai distributori, ed erano proiettati sul piccolo schermo più che al cinema, ma il numero di film non era calato rispetto a quello del glorioso periodo del cinema della metà del XX secolo. L’Italia negli anni 80 e 90 ha prodotto circa un centinaio di film l’anno. Tipici di questo periodo sono i film nostalgici del decennio, che si concentrano soprattutto sulla descrizione della vita quotidiana della gente. Il cinema degli anni 80 fu affine alla televisione, fu influenzato dalle sue tecniche che conducevano inchieste sulla vita dei diversi ceti sociali e ne offrivano un resoconto pubblico. I registi si sentirono attratti anche dalle tecniche sofisticate e altamente intellettuali della new wave e dallo stile semplice e più diretto della televisione.
Il cinema era ancora nell’infanzia quando scopri la storia, e poi strinse una duratura relazione con la rappresentazione del passato. Durante l’età classica i film storici non furono quasi mai ne grandi successi di botteghino, ne veri insuccessi commerciali, dato che gli spettatori sapevano esattamente cosa aspettarsi: la descrizione di un epoca lontana abbinata a storie di qualità e coinvolgenti.
La percentuale di film storici è rimasta la stessa dopo il 1960, e i titoli di queste produzioni hanno continuato tanto a evocare un’atmosfera, quanto a mettere in luce personaggi importanti.
I film storici hanno continuato a essere pubblicizzati nello stesso modo, con particolari enfasi sui costumi e sugli eroi; tuttavia non soltanto hanno offerto un’altra visione, ma anche un’altra concezione del discorso sul passato. Il fattore più ovvio della trasformazione è la televisione. Essa mescola epoche diverse, inserendo come esempi o illustrazioni frammenti di cinegiornali, riproduzioni o testimonianze. Per quanto concerne la storia le aspettative degli spettatori sono molto diverse nel caso si trovino di fronte allo schermo di un cinema o davanti a un televisore di casa. Per il pubblico la sfondo culturale alla base del film storico corrisponde alle conoscenze accumulate in precedenza; la televisione invece entra nella vita stessa attraverso il riutilizzo di documenti già visti. La storia cinematografica è paragonabile alla storia scolastica, mentre la storia televisiva ha il fascino di una memoria sempre presente. La storia televisiva si è separata molto presto dalla sua controparte cinematografica almeno in tre modi. Data la limitata visuale di immagini si impose la necessità di compensare la cattiva qualità e di collegare le immagini mediante un commento. La funzione del giornalista o della specialista che spiega la storia divenne fondamentale. Le loro voci raccontavano quello che era successo; erano la verità. Ma col tempo la storia televisiva perse l’integrità,la certezza, la semplicità, e l’evidenza della storia cinematografica.
Al contrario dei tradizionali film storici, che spesso cominciavano con uno studioso che iniziava ad illustrare la storia da un libro, i film girati dopo il 1960 sono stati spesso definiti come indagini ancora in corso. La possibilità di versioni diverse dello stesso evento è così entrata a far parte della storia, non più descritta come una realtà preesistente che il film deve copiare, ma come qualcosa di contraddittorio riferito da testimoni parziali. La televisione ha abituato il pubblico ad ascoltare un commento chiaro e simultaneamente a guardare fotogrammi caotici e disordinati. Un film storico insegna facilmente, visivamente agli spettatori gli avvenimenti.
In seguito gli spettatori si abituarono a una visione semplice, spesso toccante e coinvolgente del passato. Le persone che raccontavano la loro esperienza, sembravano come loro, facevano degli spettatori stessi potenziali candidati per future rivelazioni sulla loro vita. I registi aderirono a questa moda che li liberava dal compito noioso di tradurre in immagini o in parole la complessità degli eventi storici.
Continua a leggere:
- Successivo: Concetto di storia nel film europeo e influenza della tv
- Precedente: Film italiano dagli anni Sessanta
Dettagli appunto:
-
Autore:
Laura Righi
[Visita la sua tesi: "La campagna pubblicitaria per l'audiovisivo, un'indagine sul ruolo del trailer e del marketing non convenzionale nella promozione cinematografica"]
[Visita la sua tesi: "La complessa psicologia e l'istrionismo dell'Amleto di Laurence Olivier"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Cinema e studi culturali
- Docente: Michele Fadda
- Titolo del libro: Cinema e identità europea
- Autore del libro: Pierre Sorlin
- Editore: La nuova Otalia
- Anno pubblicazione: 2011
Altri appunti correlati:
- Storia del cinema: dal cinema delle origini al cinema post-moderno
- La nascita del cinema
- "Le varianti trasparenti". La Bergman e Rossellini
- Filologia germanica
- Cultura Tedesca
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Dresda dopo il 1989
- La Rivoluzione Gumpiana: origini, caratteristiche e influenza di un nuovo approccio narrativo per la rappresentazione cinematografica e televisiva del diversamente abile
- Il ruolo delle multinazionali nelle relazioni internazionali
- Ucraina terra di confine. La rivoluzione di Euromaidan tra stampa e opinione pubblica
- Svalutazioni competitive: un’analisi comparata degli effetti su prezzi e quantità. Il caso italiano
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.