"Tutto su mia madre", Almodòvar
Introduzione
Nei titoli di coda del film Almodovar dedica il film a tre attrici: Gena Rowlands, Bette Davis e Romy Schneider. L'omaggio non è casuale: la Rowlands in La sera della prima, la Davis in Eva contro Eva e la Schneider in L'importante è amare incarnano tre ruoli di attrici. Lo spirito di queste tre opere è tutto impregnato di fumo, alcol, disperazione, follia, desiderio, impotenza, frustrazione, solitudine, vitalità e disponibilità; praticamente tutti gli stati d'animo presenti nella pellicola di Almodovar. Un'opera densa di vita e di cinema, di autentico vissuto e di rappresentazione. Non è più possibile separare la linea di demarcazione in cui i luoghi della messinscena si differenziano da quelli del reale.
Un tram che si chiama desiderio
Manuela, da spettatrice, conosce le battute di Stella Kowalski a memoria mentre guarda la rappresentazione di Un tram che si chiama desiderio, tanto da riuscire a interpretare il personaggio a causa dell'indisponibilità di Nina. In quel momento Manuela, assistendo e vivendo il dramma di Tennessee Williams riaccende il dolore della propria memoria. Non è tanto Manuela ad andare in direzione della rappresentazione quanto la rappresentazione in direzione di Manuela. In questo senso il film di Almodovar si avvicina a due film diversi ma contigui: Scarpette rosse di Powell e Pressburger e Vanya sulla 42esima strada di Malle. Dal primo eredita tutta una gamma cromatica vastissima che tende a stabilire e innalzare le diverse temperature del melò; dal secondo riesce a rendere cinematografica la rappresentazione teatrale, a dar vita a quei corpi sulla scena che poi si portano dietro il personaggio anche nel camerino o nella strada.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Stefania Rimini
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