Le componenti spaziali filmiche
Le componenti spaziali filmiche
La prevalenza di una delle tre componenti spaziali può caratterizzare una particolare tendenza o il tratto distintivo di un genere o lo stile di un autore e definire le relazioni tra l'organizzazione dello spazio filmico e altre forme di rappresentazione e di interpretazione della società e della natura.
Una dominante dello spazio pittorico, nell'accezione di Rohmer, si ha quando prevalgono i valori compositivi dell'inquadratura oppure un'attenzione ai valori luministici tale da subordinare tutti gli altri. Il primato della componente scenografica (in senso teatrale più che architettonico) prevale nel cinema primitivo di Méliès, dominato dalla rierca del pittoresco e dello strano. Procedimenti analoghi, anche se con diversa caratterizzazione estetica e ideologica, si ritrovano nel cinema espressionista tedesco, in particolare nel suo capostipite, Il gabinetto del dottor Caligari (1919).
spesso la teatralità e l'esibizione del carattere scenografico dello spazio sono una scelta controllata e significativa: pensiamo all'irrealismo scenografico di Amarcord di Fellini.
Le relazioni tra le componenti del testo filmico determinano anche diverse interpretazioni dello spazio rappresentato. Prendiamo in esame lo spazio urbano; spazio nel quale si stratificano significati simbolici preesistenti al cinema ma dei quali il cinema in questo secolo è stato un veicolo di dilatazione. Sicuramente esiste una relazione tra generi e rappresentazione dello spazio urbano. Se pensiamo ai generi del cinema amerciano potremo individuare una messa in forma lirico elegiaca nella commedia sentimentale, scenografico – spettacolare nel musical, labirintica ed iperbolica nel burlesque, allegorica nel fantastico e horror film, apocalittica nel cinema fantascientifico e catastrofico, espressionista nel film noir del periodo classico e iperreralista nel noir contemporaneo.
Inoltre, si può osservare che determinati generi si affermano in relazione alle fasi di sviluppo delle metropoli industrializzate e ai diversi valori che lo spazio urbano acquista nell'immaginario collettivo. Ad esempio il gangster film è strettamente legata all'esplodere della violenza organizzata nell'epoca del proibizionismo e della grande depressione. Un genere, difficilmente definibile secondo i parametri abituali e nel quale confluiscono vari generi tradizionali, è quello che potremmo chiamare metropolitano in quanto l'elemento caratterizzante è lo scenario degradato della metropoli postindustriale con le sue aree di emarginazione e di violenza: I guerrieri della notte oppure Distretto 13, le brigate della morte o 1997: fuga da New York. Il cinema offre sicuramente il più vasto repertorio non solo di documentazione dell'evoluzione dello spazio urbano, ma soprattutto dell'idea di città quale è andata modificandosi dalla fine del secolo scorso a oggi.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Stefania Rimini
- Titolo del libro: Saper vedere il cinema
- Autore del libro: Antonio Costa
- Editore: Bompiani
- Anno pubblicazione: 1985
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