Il sonoro come elemento strutturante del film
Il sonoro come elemento strutturante del film
Più importante è comprendere quale degli elementi sonori del film diventa l'elemento strutturante e il principio organizzatore del testo. Possiamo magari partire, per chiarire meglio, dai casi di una totale o parziale rinuncia agli elementi sonori che diventa appunto fattore costruttivo o principio dominante. Pensiamo a Luci della città (1931) o a Tempi moderni (1936) in cui la rinuncia alla parola determina non solo la struttura narrativa ma anche l'organizzazione dello spazio filmico. In altre parole, Chaplin volle rimanere fedele al principio strutturale del gag muto, subordinando i soli elementi sonori da lui accettati (musica e rumori) a questa scelta.
Altri comici seguirono vie diverse. Stan Laurel e Oliver Hardy inventarono una integrazione tra gag visivo e gag verbale; anzi, è proprio una sorta di continuo cortocircuito tra il piano visivo e verbale che produce il loro totale, assoluto ed esasperante spaesamento in ogni luogo ed in ogni situazione. Tipiche dei loro film sono le realizzazioni visive di metafore verbali (se non riesco a portar via il documento ti mangio il cappello, e poi il cappello lo mangia sul serio).
I fratelli Marx al contrario hanno privilegiato il gag verbale, come del resto farà più tardi Woody Allen, senza che ciò significhi obliterare l'aspetto visivo.
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
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- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Stefania Rimini
- Titolo del libro: Saper vedere il cinema
- Autore del libro: Antonio Costa
- Editore: Bompiani
- Anno pubblicazione: 1985
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