La classificazione del montaggio secondo Metz
Il montaggio come fondamento della narrativa cinematografica è stato ampiamente studiato e teorizzato a partire dai contributi dei cineasti sovietici, influenzati dal formalismo, e di Eizenstejn in particolare. Per quanto il montaggio sia stato in questo senso radicalmente messo in discussione da Bazin, il suo ruolo nel cinema narrativo è stato uno dei temi base della nascente semiotica del cinema, a metà degli anni 'Sessanta.
La grande sintagmatica dei film di finzione studiata da Metz altro non è che un tentativo di stabilire il codice delle principali forme di concatenazione delle inquadrature all'interno delle singole unità di montaggio. Metz propone di distinguere innanzitutto tra piani autonomi e sintagmi. I primi sono segmenti autonomi di un film costituiti da un solo piano; il tipo principale di piano autonomo è il piano sequenza. I sintagmi sono invece segmenti autonomi formati da più parti, cioè da più inquadrature che costituiscono un'unità nettamente individuabile e dotate di un significato autonomo. Metz distingue tra sintagmi a – cronologici e sintagmi cronologici: nei primi vengono collegati vari elementi in assenza di una precisa denotazione di rapporti temporali; nei secondi invece vengono precisati i rapporti temporali tra i fatti presentati dalle immagini.
Un caso di sintagma a – cronologico è il sintagma parallelo: il montaggio avvicina e intreccia due o più motivi senza però indicare precisi rapporti temporali o spaziali, ma facendo emergere semmai analogie o contraddizioni che hanno invece valore simbolico. È quello che nelle tradizionali grammatiche cinematografiche si chiama montaggio parallelo che non va confuso con quello alternato che nello schema di Metz è un sintagma cronologico.
Nel sintagma narrativo alternato il montaggio presenta alternativamente due o più serie di avvenimenti in maniera tale che all'interno di ciascuna serie i rapporti temporali siano di consecuzione ma che tra le serie prese in blocco il rapporto temporale sia di simultaneità. L'esempio classico è ovviamente la sequenza di Nascita di una nazione di Griffith, del 1915.
l'utilità della distinzione tra sintagmi a – cronologici e cronologici risulta evidente mettendo a confronto altri due tipi di montaggio che vengono spesso confusi.
È a – cronologico il sintagma a graffa che viene così definito: una serie di brevi scenette rappresentanti avvenimenti che il film dà come campione di un medesimo ordine di realtà astenendosi deliberatamente dal situarle una in rapporto alle altre nel tempo, per insistere invece sulla loro supposta parentela in seno ad una categoria di fatti.
A differenza del sintagma a graffa c'è la sequenza a episodi, che allinea inquadrature caratterizzate da una discontinuità temporale, ma ordinate secondo un criterio cronologico secondo una progressione consequenziale, come le allusioni ai pasti consumati in un clima sempre meno affettuoso in Quarto potere di Orson Welles, nel 1941.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Stefania Rimini
- Titolo del libro: Saper vedere il cinema
- Autore del libro: Antonio Costa
- Editore: Bompiani
- Anno pubblicazione: 1985
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