Caratteristiche del parallelismo verbale
Straight from the horse's mouth
Soffermiamoci sul parallelismo verbale, o di cosa, perchè l'argomento varrà a fortiori per gli altri.i critici concordano unanimemente che per spiegare un passo oscuro di un testo sia preferibile iniziare ad esaminare un passo parallelo dello stesso testo, in mancanza del quale, si passerà ad un passo di un altro testo del medesimo autore, e solo in ultima preferenza un passo di un testo di un autore diverso. Facciamo un esempio.
Per chiarire il senso del sostantivo “l'infinito” nel Viaggio di Baudelaire
[...] che addormenta il nostro infinito sul finito del mare
inizieremo a considerare le altre due occorrenze del termine nei Fiori del male del 1861, passando poi allo Spleen di Parigi, dove il termine ricorre frequentemente, e infine a Musset, Hugo, Leopardi, Coleridge e De Quincey.
Quando si tratta di chiarire il senso di un termine oscuro, un passo parallelo dello stesso autore sembra sempre avere più peso di un passo di un autore diverso. Implicitamente, dunque, il metodo dei passi paralleli si rifà all'intenzione d'autore, se non come disegno o premeditazione almeno come struttura, sistema intenzionale.
Del resto l'affermazione secondo la quale l'intenzione d'autore non è pertinente al fine di decidere il senso di un testo, è ampiamente invalidata dalla generale preferenza di un testo del medesimo autore quando si applicano i passi paralleli. Questo punto è dimostrato egregiamente dalla disputa sui Gatti di Baudelaire, che Jakobson e Levi – Strauss si ostinavano a indicare come metafore della figura femminile appoggiandosi a un verso di Sainte – Beuve e uno di Brizeux, oltre ai due poemi di Baudelaire intitolati Il Gatto. Riffaterre è uno di quelli che si è scagliato vivacemente contro questi passi paralelli, rifiutando anzi interamente questo metodo, salvo poi utilizzarlo in altre occasioni. Riffaterre in effetti è in quanto langue, e non in quanto parole, a fare riferimento ad un passo dello stesso autore piuttosto che ad un passo di un altro autore, così come un passo parallelo in un altro autore dello stesso periodo ha sempre più peso di un passo parallelo di un autore di un altro periodo. Il testimone più vicino dell'autore è l'autore stesso. È una argomentazione seducente ma non convince perchè si preferisce anche un altro testo dello stesso autore più lontano nel tempi ad un testo di un altro autore più vicino nel tempo, ipotizzando dunque una coerenza minima dei testi di un autore nel corso del tempo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria della letteratura
- Docente: Prof.ssa Rosalba Galvagno
- Titolo del libro: Il demone della teoria
- Autore del libro: Antoine Compagnon
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2000
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