L'interpretazione intenzionalista e anti intenzionalista di un testo letterario
Abbiamo visto come anche i più accaniti censori dell'autore mantengano in ogni testo letterario una certa presunzione di intenzionalità, fosse anche solo la coerenza di un'opera o semplicemente di un testo. Dobbiamo adesso riflettere sul concetto di intenzione dopo la critica del tradizionale dualismo di pensiero e linguaggio, ma senza concedersi l'agevolazione di confondere con l'intenzione d'autore come criterio dell'interpretazione con gli eccessi della critica biografica.
Possiamo contrapporre due posizioni polemiche estreme sull'interpretazione, quella intenzionalista e quella anti intenzionalista.
- Bisogna e basta cercare nel testo ciò che ha voluto dire l'autore, la sua intenzione chiare e lucida, come diceva Picard; è questo l'unico criterio di validità interpretativa.
- Non si trova mai nel testo quello che esso (ci) dice, indipendentemente dalle intenzioni del suo autore; non esiste criterio di validità interpretativa.
Dovremmo liberarci dalla trappola di questa alternativa assurda tra l'oggettivismo e il soggettivismo, o tra il determinismo e il relativismo, per mostrare che l'intenzione è l'unico criterio di validità interpretativa che si possa concepire, ma che essa non si identifica con la premeditazione chiara e lucida.
Dunque l'alternativa di qui sopra potrà essere riscritta nella seguente maniera:
- Si può cercare nel testo ciò che esso dice in relazione al suo contesto d'origine (linguistico, storico, culturale)
- Si può cercare nel testo ciò che esso dice in relazione al contesto contemporaneo al lettore.
Queste sono due tesi che non si escludono più a vicenda, ma sono, al contrario, complementari; ci riportano al circolo ermeneutico in una forma che collega precomprensione e comprensione, e postulano che, se non è possibile penetrare integralmente nell'altro, lo si possa almeno comprendere un poco.
Gli argomenti usati di solito contro l'intenzione d'autore sono di due ordini;
- L'intenzione d'autore non è pertinente
- L'opera sopravvive all'intenzione d'autore.
Continua a leggere:
- Successivo: The Intentional Fallacy di Wimsatt e Beardsley
- Precedente: L'intenzione d'autore nell'interpretazione dei testi
Dettagli appunto:
-
Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria della letteratura
- Docente: Prof.ssa Rosalba Galvagno
- Titolo del libro: Il demone della teoria
- Autore del libro: Antoine Compagnon
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2000
Altri appunti correlati:
- Semiotica e storytelling
- Letteratura spagnola
- Letteratura e viaggio
- Luchino Visconti
- Letteratura italiana moderna e contemporanea
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il rapporto tra la cultura e la storia: dalla semiotica alla letteratura russa
- Traum. Krankheit. Fantasie. Un'analisi filologica dei Nachtstücke di E.T.A. Hoffmann
- Harry Potter: una fiaba intramontabile? Diverse chiavi di lettura per viaggiare nel magico mondo di Hogwarts
- Il canto e la danza nel libro VIII dell'Odissea
- Company di Samuel Beckett: funzione dei pronomi e soggettività
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.