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L'ebraismo e i matrimoni in famiglia



LE FONTI. Un piccolo gruppo di atti dotali, alcuni processi e un corpus di una trentina tra testamenti e inventari consentono di conoscere la parentela ebraica di tradizione araba e i suoi cambiamenti al contatto con l'ambiente cristiano. La maggior parte delle informazioni sulle strutture familiari si ricava dai testamenti e dagli inventari e consente innanzitutto di notare la straordinaria persistenza del matrimonio all'araba, cioè endogamico in linea patrilineare, per rinsaldare l'unità e la collaborazione del gruppo disperso per motivi economici tra le varie zone dell'Isola.

LA SOLIDARIETÀ E LA NOBILTÀ: MATRIMONI IN FAMIGLIA. L'ebraismo siciliano ha ereditato dal mondo della Geniza l'endogamia nobile combinata con l'alleanza e almeno nove dei testamenti segnalano il matrimonio tra cugini, la maggior parte riguarda poi famiglie di alto lignaggio, come i Cohen o i Medico. La più conosciuta di queste unioni è quella di Perna, figlia di Busacca Xunnina e sposa di Samuel Xunnina, la cui genealogia ricostruita rivela anche il matrimonio tra bambini. Anche in famiglie di minore rilievo la parentela è comunque un dispositivo di solidarietà, sia nel commercio, sia nell'artigianato, sia nel lavoro agricolo o industriale. Questa solidarietà implica anche una residenza comune, confermata dalla descrizione dei cortili e delle disposizioni testamentarie relative alla divisione nelle case e pone anche alle autorità comunitarie il problema della partecipazione alla tassazione degli scapoli, che vengono contati a parte onde fugare i rischi di occultamento di rendite familiari. I matrimoni però non erano solo iure sanguinis ma anche iure affinitatis, basati su alleanze economiche.

Tratto da STORIA MEDIEVALE di Gherardo Fabretti
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