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Carattere multimediale dell'ipertesto



Comunque con la strutturazione ipertestuale delle informazioni e la moltiplicazione dei link sorgono anche problemi di fruizione. Calvani nel 98 ne trova 5: a) il salto da un link a un altro si può compiere casualmente; b) si diventa consapevoli del link solo dopo averlo attivato; c )il salto può far dimenticare l’idea che lo motivava; d) un’associazione che ha senso per l’autore può non averla per il lettore; e) gli effetti speciali posson prendere il sopravvento. Poi c’è un vincolo tecnico: l’incremento della granularità del testo, che genera un senso di mancanza di centro. L’ipertesto pare si presti meglio alla contaminazione di generi che al saggio scientifico. Comunque vediamo che non mancano interpretazioni deterministiche della tecnologia. I detrattori dell’ipertesto citano anche la mancanza di capolavori nel campo. Ma comunque è un campo giovane. Gli esperimenti narrativi hanno 20-25 anni, e nessun’arte si è formata in così poco tempo. Alcuni  vedono come prossima la fine del libro.
Multimediale = più sfere diverse in un unico canale-immagine: ciò che han sempre fatto i poeti: far collidere tra loro diverse realtà ottenendo nuove associazioni. Il prodotto multimediale è più della somma delle parti, è un’opera. Secondo Ong la crescita del peso dell’immagine rende i libri inefficaci perché lenti. Il primo pacchetto multimediale è forse il “Non-libro più disco” di Cesare Zavattini, testo stampato con diversi caratteri tipografici più scarabocchi e un disco con la sua voce. Zavattini intuì che il futuro dell'arte si giocava su apertura, processo, itinerario, contaminazione tra mezzi e culture.  Nel pensiero cinese manca il concetto occidentale di “creazione”. Il reale è dovuto a un continuo rapporto di interazione..è un processo continuo e regolare..Visione del mondo e della vita fondata sul processo, contro la nostra fondata sulla creazione. Errore di Hegel: non comprese la lingua cinese. Cercare un’oggettività ideale per lui nella lingua era un ostacolo all’accettazione del processo. Così nel web troviamo 2 concezioni della comunicazione: nella prima, il web come controllo, si vuole classificare, ordinare, rendere rintracciabile, ecc. Nella seconda, web come scambio, regna anarchia comunicazionale (chat e mud). Ma queste cose vuole la teoria degli ipertesti: scardinamento di rigide strutture lineari, multidimensionalità, polifonia.. Ci avviamo dunque ad una “sintesi di espressione”?

Tratto da SCRITTURA NELL'ERA DIGITALE di Dario Gemini
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