Complessità dell'ipertesto

Secondo alcuni la complessità degli ipertesti priva del godimento dell’”esser guidati”. Aristotele definisce intreccio ciò che ha un inizio, un centro e un fine, e dice che i racconti composti bene non devono incominciare e finire dove capita. Eccoci qui a parlare del conflitto tra informatica e narrazione. Nella dimensione virtuale l’interpretazione sembra scomparire insieme al suo oggetto. Proprio perché il testo “non si compie”. Il mondo digitale opera una materializzazione e riduzione della distanza. La rete mette tutto sullo stesso piano. Schiaccia. Mette sullo stesso piano Levi e una fanzine. In 2 testi come il nome della Rosa e “se un notte d’inverno un viaggiatore” ci sono giochi di intrecci.. L’autore comunque sottolinea che si trovan di frequente somiglianze tra strutture e costruzioni narrative e ipertesti. La koinè universale, ad es, ci ricorda il www. C’è un testo di Valery che è quasi una profezia sul www. Ci sono romanzi moderni come il Tristam Shandy di Sterne in cui gli autori si rivolgono direttamente al lettore proponendogli alternative o digressioni. Si compie il primo tentativo di modificare la struttura del libro per renderlo più vicino a colui che legge. Un fruitore, non più lettore passivo. Secondo Giovanni Cerri possiamo rintracciare nell’opera di Platone un teoria della comunicazione e dei suoi strumenti. P distingue tra discorso narrativo (o persuasivo) e dialogo (o discorso dialettico). Il primo conduce alla doxa, falsa conoscenza=opinione, il secondo è il dialogo filosofico e conduce alla verità scientifica. Attacco a poesia e mito: è una critica ai messaggi trasmessi acriticamente nelle varie generazioni, ovvero le informazioni non verificate. P non critica la scrittura ma la rigidità testuale. La scrittura non può trasmettere la verità.