Skip to content

Religio romana in Virgilio



Due aspetti metodologici del concetto romano di religio: 1)l'uso primitivistico che Virgilio farebbe della nozione di religio. In un passo dell'8° libro dell'eneide Evandro descrive a Enea i luoghi fatali del futuro sito di Roma. Giunto presso ciò che sarà il Campidoglio, Virgilio ricorda che ai primordi quel luogo era "orrido" per le macchie boschive, e nota che fin da allora (i primordi) la gente dei campi era atterrita dalla dira religio loci, ossia da un sacro terrore per quel tipo d luogo. Gli studiosi di orientamento primitivista usarono tali nozioni come prova che qui il poeta illustrasse il concetto originario di religio, inteso come sacro timore insito nei soggetti veneranti o indotto dagli oggetti venerati a causa del loro carattere numinoso: carattere assimilabile alla nozione di mana. Wagenvoort scorgeva qui addirittura uno stadio nel passaggio dal pensiero preanimistico a quello animistico. Ma secondo l'autore un' attenta lettura del passaggio dimostra il contrario: Virgilio usa "iam tum" per indicare lo stato d'animo dei contadini: se essi eran così fin da allora, vuol dire che lo sono ancora. Virgilio vuole dire che i contadini mostrano una dira religio loci ancora nel presente rispetto a tale natura selvaggia. Ciò non significa che Virgilio indichi un stadio evolutivo delle credenze religiose, ma piuttosto uno strato, popolare e rurale di tali credenze. Anche oggi sopravvivono fenomeni di folklore tra i contadini.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.