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"Phersu" e "persona". Dibattito sull'origine



In 2 punti in un affresco della tomba degli auguri (scoperta 1878 datata 530 a.c.) c'è un individuo barbuto e mascherato, accanto al quale è la scritta “phersu”. Nella 1a immagine regola un gioco cruento: ha un laccio in mano che lo lega a un uomo con la testa in un sacco. in un' altra figura si vede un phersu danzante. Di solito si è molto studiata la figura 1 perchè vi sono elementi tipici di un dramma: gioco rituale, maschera, attore. L'interpretazione di Altheim ha avuto fortuna. L'azione rientrerebbe nei giochi funebri in onore del defunto, e sulla tomba avrebbe valore psicagogico- phersu alle spalle di un uomo destinato al sacrificio corrisponde al demone infernale Charun nella tomba di vulci.  Quindi in origine Phersu sarebbe stato un sorta di incarnazione o personificazione di un dio o un demone, e dopo sarebbe decaduto a direttore di giochi funebri. Secondo Altheim linguisticamente persona si formerebbe come diminutivo femminile partendo dal maschile Phersu, significando maschera impiccolita e ridotta a oggetto, in luogo dell' intera figura della maschera vivente. Fulvio Maroi nel 33 intuisce le difficoltà inerenti alla formazione di persona nell'ambiente teatrale, e riprese da A l'idea dell'origine funeraria. Anzi fa un tutt'uno di persona e imago (maschera in cera dell' antenato a Roma). L'uso di maschere funerarie si sarebbe diffuso in etruria in coincidenza con l'etimo di persona derivata da phersu, e da qui passato ai romani. A Roma persona avrebbe designato in origine il doppio del defunto, la rifrazione mistica del suo io. In coincidenza con la credenza secondo cui l'anima del defunto potesse vivere in un sembiante del corpo, l'autore individuava nell'erede del defunto colui che avrebbe portato la sua maschera. Richiama l'uso di far sfilare le imagines dietro il carro del defunto. L'heres=erede sarebbe il portatore della persona del defunto, dunque. Ma la tesi del maroi è piena di pregiudizi ed errori, seppur coraggiosa: 1)l'idea evoluzionistica secondo cuil'uso di persona affiorerebbe da un sostrato risalente a una primitiva concezione animistica legata alla conserv del doppio del defunto rende superflua la risalenza al phersu 2) è inattendibile la confusione di persona e imago; il diritto alle imagines degli antenati era di poche elites; 3) Maroi travisa dettagli tipo: le comparse dietro al carro avevan le maschere di tutti gli antenati illustri, non solo del morto. 4) essi non eran discendenti del morto ma somiglianti; 5) non è detto che tale procedura si formasse in etruria e poi fosse trasferita a Roma... comunque le nuove interpretazioni han modificato l'immagine mitizzata del phersu.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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