Primordi delle divinità in Virgilio

Anche nel modo di ricostruire i primordi sembra che Virgilio escluda qualsiasi naturalismo e primitivismo. Quando Evandro illustra ad Enea i luoghi della città futura, parla di fauni autoctoni, residenti nel luogo prima dello stesso Fauno nipote di Saturno. Sappiamo che Virgilio parla di 2 età del mondo. Dell'oro (Saturno) e del ferro (Giove). Fauno proietta sugli inizi le sue caratteristiche di divinità terrifica, legata al selvaggio. In tal senso la dira religio loci somiglia al timor panico, verso il dio inuus che i contadini ancora provavano ai tempi di virgilio. Fauno e i Fauni posson connotare l'eta dell' oro perchè sono divinità oracolari e non fatali (del fato). L'indeterminatezza poi nel passo in cui dice che la vetta del futuro campidoglio è abitata da un dio e gli abitanti sono incerti se sia Giove... ciò non indica uno stadio pre-teistico ma come la volontà del poeta di dire che in qualche modo Giove era già presente nell'età di saturno....Dumezil dice: Giove non si rivela a Evandro ed Evandro non giudica opportuno rivelare l'identità certa del dio: ciò è conforme alla nozione romana di religio, da relegere = fare trattenendosi, cioè attardandosi su ogni dettaglio delle operazioni rituali. Ma è anche conforme all'uso romano più ufficiale. Caratteristica dei pontefici si pensa fosse quella di conservare il nome tutelare di un divinità per il rischio ad esempio di un evocatio nemica, velando l'identità profonda di un dio dietro l'identificazione giuridico-sacrale. Che questo sia un presupposto di base della religio romana lo discuterà John Scheid, che elimina l'armamentario interpetatativo numinoso proponendo un iper-razionalismo che riduce uomini e dei a comparti di un potere politico esercitato nell' ambito della città. i cerimoniali sacri sarebbero validi nel loro espletare procedure formali, e ciò costituirebbe il fondamento del potere sacerdotale per parlare a nome degli dei.